Tiberio Timperi si racconta e lo fa in un’intervista al Corriere della Sera in cui parla della sua nuova avventura a “La vita in diretta” e del suo passato professionale.
Il conduttore qualche tempo fa finì nella bufera per una bestemmia pronunciata davanti alle telecamere. Un gesto per cui si è scusato abbondantemente ma che a quanto pare non è stato dimeticato dal fronte di odio che a volte corre sul web: “Mi crocifiggono ancora per questo. Ho sbagliato, ho pagato, ho chiesto scusa. Per quanto ancora dovrò essere flagellato? Dio perdona, i social no”. Poi parla anche del fuorionda della sua compagna di viaggio, Francesca Fialdini, che ha definito “uno schifo” il copione: “Il problema è che il fuorionda di Francesca (Fialdini) è stato estrapolato senza contestualizzarlo. Era detto con il sorriso, con l’esagerazione tra persone in confidenza. Un classico caso di disfemismo, ovvero quando si sostituisce una parola con un’altra sgradevole, che però nel contesto acquisisce un altro valore. Conta il sorriso, la smorfia del volto. Allargo il discorso. Sbagliamo tutti, nessuno è perfetto, ma in Rete non c’è il diritto all’oblio. Se fai un errore rimani marchiato con quell’errore al di là di tutte le cose buone che invece fai”.
Infine parla dei moneti migliori e peggiori della sua carriera: “Quando mi hanno assunto a TeleMontecarlo è stato il più bello, ma l’ho capito dopo. È sempre così, la felicità la vivi in differita, il dolore lo provi in diretta. Eravamo liberi e quanto lo fossimo l’ho capito dopo. L’occasione persa è stata L’elogio della qualità, un programma di prima serata bello, pazzo e ambizioso, ma che non andò come doveva”.
Luca Romano, Ilgiornale.it