”Una Fondazione per non dimenticare, borse di studio per sostenere e promuovere i giovani musicisti, per far sapere alle nuove generazioni chi è stato Totò Savio. Con le sue hit ancora un ‘ever green’. E’ giusto che l’Italia possa ancora ricordarlo”. E’ quanto ha dichiarato all’Adnkronos Jacqueline Savio Schweitzer, moglie per oltre 40 anni di Totò Savio, compositore, arrangiatore, paroliere, cantante, musicista e produttore discografico, direttore d’orchestra, scomparso nel 2004, al quale ha dedicato un libro, ‘Cuore matto. L’opera di Totò nella storia della musica da Maledetta primavera agli Squallor’, con una prefazione di Dario Fo. ”Ci siamo conosciuti giovanissimi in Costa azzurra da amici comuni – ricorda Jacqueline Savio, anche lei cantante e compositrice, di origine francese – Mi sono innamorata di quello che io chiamavo il mio ‘scugnizzo gentiluomo’. Un uomo intelligente, simpaticissimo, ricco di humour, Totò, eppure anche molto riservato, non amava la pubblicità. Ci ha uniti la passione per il nostro lavoro. Insieme avevamo fondato un duo, ‘Jacqueline e Totò Savio. Abbiamo lavorato insieme per alcuni anni. Poi il duo si è sciolto per un problema che mio marito aveva avuto alle corde vocali. Ma intanto nascevano i suoi capolavori”. Una lista interminabile di hit e collaborazioni: Franco Califano, Ornella Vanoni, Massimo Ranieri, Roberto Carlos, i Camaleonti, Little Tony, Gianni Nazzaro e Marisa Sannia, Orietta Berti, Loretta Goggi, Michele Zarrillo…. Chi non ricorda brani indimenticabili come ‘Cuore matto‘, ‘Se bruciasse la città’, ‘Erba di Casa mia’, ‘L’aria del sabato sera’, ‘Maledetta primavera’, ‘Una rosa blu’, spesso in vetta alle classifiche, tra le canzoni più amate e ascoltate? Non ha rimpianti Jacqueline Savio Schweitzer, ma vuole continuare al difendere la memoria di un autore, forse poco conosciuto nel suo Paese, di quel compagno ”dolcissimo e gentile”. Sono molti i ricordi, gli aneddoti. ” Ricordo che ‘Maledetta Primavera’ di Loretta Goggi doveva essere la sigla di un programma dell’allora rete fondata, a Milano 2, da Berlusconi – ha proseguito – Quella sigla non piacque al Cavaliere e mio marito convinse Loretta, non senza fatica, a portare il brano a Sanremo. Non vinse, ma arrivò seconda”. ”Se penso poi che in Brasile con i diritti di ‘Un gatto nel blu’, Roberto Carlos si è comprata una compagnia aerea… – ha aggiunto Jacqueline Savio- Ma sono felice per lui! Spesso le canzoni sono legate agli interpreti, non agli autori. Non dimenticherò mai alcune persone che ascoltavano ‘Cuore matto’ ad un piano bar. Qualcuno mi apostrofò. ‘Guarda, quella è la moglie di Little Tony!’. Ad unire la ‘parisienne’ Jacqueline e Totò, originario di Mergellina, è stata sicuramente la musica, ma anche il mare. ”Eravamo inseparabili – ha confessato- Non è vero che il tempo lenisce le ferite, che allevia il dolore della scomparsa, tra l’altro avvenuta in modo drammatico e doloroso dopo una trasfusione di sangue infetto e anni di sofferenze, al contrario più passa il tempo e più mio marito manca”. ”Mi scrivono da tutto il mondo per ricordare Totò – ha sottolineato ancora – E’ una vergogna che il suo Paese non lo ricordi come merita. Ma mio marito rimarrà, in maniera indelebile, tra i grandi protagonisti della storia musicale italiana e non solo. Basti pensare a ‘La mala educacion’ di Pedro Almodovar – ha concluso – Risuonano le note di ‘Cuore matto’. Un omaggio e una dedica a Totò da uno dei maggiori registi del momento”.
Adnkronos