Monica Bellucci sarà Tina Modotti, la famosissima fotografa friulana rivoluzionaria, antifascista, comunista che arrivò fino in Messico, ma visse anche negli Stati Uniti, In Canada, Austria, Russia. Radical Eye: The Life and Time of Tina Modotti è il titolo della miniserie internazionale. L’ha annunciato Variety che ha pubblicato anche la prima immagine dell’attrice nei panni della donna che è diventata un personaggio leggendario. Dietro la macchina da presa Edoardo De Angelis conosciuto per il film Indivisibili (sei David di Donatello e 6 Nastri d’Argento), e che al prossimo Festival del Cinema di Roma (dal 18 al 28 ottobre ndr) presenterà il suo nuovo film ‘Il vizio della speranza’. La miniserie dovrebbe essere in sei puntate, recitata in spagnolo, inglese e italiano.
Time of Tina Modotti secondo quanto scrive Variety sarà prodotta dalla Pinball London di Paula Vaccaro insieme al marito Aaron Brookner, che hanno scritto la sceneggiatura, insieme alla produttrice spagnola Elena Manrique e ai messicani AG Studios fondati da Alex Garcia. Secondo quanto riporta il sito USA sarà presentata all’Indipendent Filmaker Project Forum di New York.
La figura di Tina Modotti è apparsa come personaggio nel film Frida, ma non ha mai avuto una sua produzione autonoma, nonostante in passato ci siano stati diversi tentativi di realizzarne un film.
Nata a Udine nel 1896, riuscì ad arrivare fino in Messico, a combattere per le donne e i loro diritti.
Fotografa. Attrice. Attivista. Ribelle sempre e comunque.
Bellissima e coraggiosissima. Tina Modotti emigrò e visse in Austria, USA, Città del Messico, Berlino, Mosca, Spagna. Dopo un breve periodo come attrice del muto aveva trovato la fama come fotografa diventando musa di un altro fotografo Edward Weston, ma anche come fervida sostenitrice della sinistra rivoluzionaria negli anni Trenta. Nel dicembre del 1929 una sua mostra venne pubblicizzata come La prima rassegna fotografica rivoluzionaria in Messico. Solo un anno dopo venne espulsa dal Messico e tornò in Europa, partecipando alla guerra in Spagna. Poi dopo avarie vicissitudini, compreso il tentativo fallito di rientrare in Italia, tornò a Città del Messico più fino alla sua morte nel 1942 dopo una cena trascorsa in compagnia del suo compagno Vittorio Vidali conosciuto in Russia ma originario di Muggia, e degli amici più cari a casa dell’architetto Hannes Meyer. Il suo epitaffio lo scrisse Pablo Neruda per allontanare chi ricusano l’ipotesi di un possibile coinvolgimento proprio di Vidali, e il più indignato è il poeta che, con una splendida poesia dedicata a Tina, volle mettere fine alle strumentalizzazioni per celebrare soltanto l’esempio di una vita dedicata all’impegno politico, la passione rivoluzionaria, l’arte e l’amore. Al momento la miniserie non ha un network di riferimento ma sicuramente le offerte pioveranno da ogni dove.
Nicoletta Tamberlich, ANSA