Attrice, produttrice, imprenditrice ha creato un ponte con la Cina e ora progetta una webserie per ragazzi. Ne ha fatta di strada la ragazza de ‘Il Postino’
La ragazza del Postino ha mantenuto lo stesso sorriso e la stessa grinta. Non gli stessi capelli ribelli: ora sono lisci. “L’età non è mai stato un problema e spero che non lo sia per le donne. Dobbiamo porci sempre nuovi traguardi”, racconta Maria Grazia Cucinotta “sì il 27 luglio compio 50 anni. Non tornerei indietro”. Bella le come le dive di una volta, attrice e imprenditrice, produttrice, la splendida cinquantenne è stata una perfida Bond girl in 007-Il mondo non basta e pioniera in Cina come produttrice. Gira il mondo, parla un inglese perfetto; è vicina alle donne nella battaglia contro il cancro al seno (“sempre la fianco del professor Masetti”), segue i convegni, parla coi ricercatori. Ne ha fatta di strada la ragazza arrivata da Messina “con seicentomila lire in borsa e la voglia di farcela. Papà era postino, mamma lavorava in casa. Pensi che coi primi lavori mandavo anche i soldi a casa per aiutare i miei fratelli. Non avevo niente. Mai andata in crisi se non avevo quel gioiello o quella borsa. Si può fare a meno di tutto nella vita”.
Lei però è ambasciatrice dell’Italia e della bellezza.
“Certo devo dare l’immagine glamour ma dentro di me ho altre sicurezze”.
Quando ha trovato la sua sicurezza?
“Quando ho capito, in America, che ero imprenditrice di me stessa. Che dovevo contare su di me. Sono stata dieci anni a Los Angeles e sono cresciuta, ma per me contava più di tutto la famiglia, mio marito, mia figlia. Faccio tante cose ma sono felice di aver fatto un passo indietro per loro”.
Che adolescente è stata?
“Povera mamma, mi ha avuta che aveva 40 anni. Ero terribile. Da ragazza pensi di poter vincere tutte le battaglie”.
Sua figlia Giulia ha sedici anni: le assomiglia?
“Ogni volta che discutiamo penso che ho avuto sedici anni anch’io, facciamo tutti le stesse cose. Quando vuole imporsi mi fermo, la guardo e penso: ste cose le ho fatte pure io. Ti sta mettendo alla prova, ti sfida per imporre la sua personalità e dire: sono diversa da te. Quando hai quell’età pensi di avere il mondo nelle tue mani. La adoro”.
Parliamo della bellezza.
“Allo specchio mi guardo sempre molto poco: è il segreto per non invecchiare, lo sa? Più ti guardi e più rughe vedi, più trovi i difetti. Ti vedi cadente. Se tutte le mattine ti dai il buongiorno così non va bene, non si può iniziare bene la giornata. La vera felicità – e non lo dico in modo retorico – è stare bene. Ultimamente riguardando le foto di quando ero più piccola ho capito che non ero male. Ma me ne sono accorta molto tardi, da ragazza cercavo sempre il consenso degli altri. Passiamo una vita per cercare di farci piacere agli altri poi capisci che devi piacere a te stessa”.
Questo discorso lo fanno sempre le bellissime, lei ha due metri di gambe per non parlare del resto.
“Guardi, per me il grande traguardo è stato piacere alle donne, con gli uomini è tutto più facile. Sono basici. Invece le donne mi sentono vicina. Sono passati trentadue anni e ancora la gente mi vuole bene, riesco a portare in giro il nome dell’Italia. Per me è importante. Ho il grande vantaggio di essere nata con niente: quando non hai niente da perdere hai una forza incredibile”.
Ha faticato?
“Non userei il verbo al passato, ogni volta è una grande fatica. Ho fatto scelte difficili un po’ perché non mi piaceva la vita facile, un po’ perché ho scommesso su me stessa. Paghi tutto. Ho fatto quello che voluto, non mi sono lasciata costringere e convincere dagli altri. Poi ho pensato alla felicità della mia famiglia. Non volevo essere una moglie e una madre ingombrante”.
Però ha conciliato tutto, da attrice è addirittura diventata imprenditrice.
“Avevo 25 anni ero piccola e sognatrice. Oggi, arrivata a 50 anni, dopo anni di torture, so che la produzione è una cosa meravigliosa. Sei sola e sei donna: non voglio fare la vittima perché non lo sono, ma in America è normale. In Italia invece sei rimasta quella che faceva la valletta per Arbore, che ha avuto la fortuna di fare Il postino con Massimo Troisi, e che si è permessa di fare produzione e anche la regia”.
Si è sentita giudicata?
“Non hanno capito che ogni passo è stata una crescita, che ho studiato. Ho passato dieci anni in America a fare tutti i corsi possibili, da quelli di psicologia a quelli di lingua, ai corsi di fotografia. Poi non è detto che sappia fare tutto quello per cui ho studiato, ma ci ho provato”.
Com’è arrivata in Cina?
“Grazie a Gaetano Blandini direttore dei Beni culturali, che andò a firmare l’accordo di coproduzione Italia –Cina. Mi invitò con altre attrici. La direttrice del festival di Shanghai mi chiese di far parte della giuria dodici anni fa, siamo diventate amiche abbiamo creato un ponte e abbiamo continuato a lavorare insieme. Attraverso il mio lavoro ho fatto conoscere l’Italia in Cina. Il film di Genovese è quinto in classifica, è fantastico. Al ventesimo compleanno del festival di Shanghai l’unica straniera sul palco ero io… Un’emozione quando pensi che sei in diretta, con un’audience di 400 milioni di persone… Se mi guardo indietro rivedo quella Maria Grazia partita da niente: oggi i cinesi mi chiamano “Malia”, ma all’inizio mi guardavano come un’aliena. Alta, con il seno”.
È stato l’anno del #Metoo: lei che ne pensa? Mai subito avance?
“Certo. Ma io picchio. Ti minacciano: “Non lavorerai mai”. E chissenefrega, dico io. Bisogna imparare a dire no. N O. Se uno deve prostituirsi per lavorare, allora ti sposi un miliardario, ognuna sceglie la strada che vuole, ogni donna è libera di fare come meglio crede. Non giudico nessuno. Però le attrici sono privilegiate. Io mi occupo di donne comuni che subiscono abusi, ho fondato l’associazione ‘Vite senza paura’. Vede chi fa il mio lavoro può sempre dire no, e non rischi la vita. Ma ci sono donne che la rischiano, madri di cui non frega a nessuno, picchiate, umiliate; ragazzine costrette a prostituirsi. Finché staranno per strada e vedrò uomini orrendi che si fermano dirò che è un fallimento, che non ci sono le leggi e che lo Stato è complice di quello che accade”.
Imprenditrice, paladina delle donne: dica la verità non le piace più fare l’attrice?
“Io amo fare l’attrice adesso, perché non ho più paura. Prima ne avevo tante. La cosa più bella è usare per il bene la mia popolarità”.
Ripensa mai che è stata una Bond girl armata fino ai denti?
(Ride) “Fichissimo. Resti Bond girl per tutta la vita. ‘Tu sei molto portata’ mi diceva il maestro di tiro, quindi attenzione”.
Adesso in cosa è impegnata?
“Sto producendo una web serie per i ragazzi, lavoro insieme alla sceneggiatrice Paola Boschi. Non ne posso più di vedere mia figlia e i suoi amici che parlano solo delle serie americane. Non conoscono più un attore italiano. Ho visto più di 5mila ragazzini ne sceglierò 15 e li manderò a scuola di recitazione e verranno tirati su. Ho registrati tutti i provini. Ho fatto a tutti le stesse domande: Cos’è la felicità? Mi dici la cosa che ti fa più paura? Cosa cambieresti? La più grande paura è la solitudine. Fa impressione detto da ragazzi che hanno dai 12 ai 18 anni”.
A 50 anni cosa fa le paura?
“Scherza? A 50 anni devi solo essere felice. Una volta che hai imparato a conoscerti e sai cosa vuoi, lo dico alle altre cinquantenni, niente può farci paura”.
Silvia Fumarola, repubblica.it