Alle 10.30 il regista Andrea Molaioli dalla sua sedia avvia il ciak. Giorno di riprese a Vela Calatrava, Tor Vergata.
Ma cosa succede in scena?
Siamo nel 2008, da un fuoristrada nero scendono Aureliano (Alessandro Borghi, con vistoso tatuaggio sul collo) e Spadino, con bomber rosso e nero, vistosi anelli e collane oro massiccio (Giacomo Ferrara). Da una berlina grigia Sara Monaschi, elegante outfit nero, camicetta di seta rosa (Claudia Gerini) e il politico Amedeo Cinaglia (Filippo Nigro). È quest’ultimo a parlare per primo. “Quello che abbiamo fatto ieri non è bastato.
Adesso serve una cosa più grossa. Ma non a Ostia. Dobbiamo colpire il centro di Roma. Dobbiamo spaventare la borghesia”.
“In centro non se po’ fa’, è pieno di guardie e di telecamere”, obietta Borghi. “Volete entrare negli affari di Roma? Allora dovete fare qualcosa che il giorno dopo stia su tutti i giornali”, insiste Cinaglia. “E che dovemo fa’? ‘Na rapina? Dovemo corca’ qualcuno?”, chiede Spadino. “Di più”, prosegue il politico. “Dovemo amazza’ qualcuno?”, realizza Spadino. “E dovemo anna’ a caso o ce lo dici te?”, aggiunge Aureliano rivolto al politico. “Io un’idea ce l’avrei”, si inserisce il personaggio interpretato dalla Gerini.
Suburra – La serie è il primo crime thriller italiano originale di Netflix, prodotto da Cattleya in collaborazione con Rai Fiction e lanciato con successo lo scorso ottobre negli oltre 190 paesi in cui è presente il colosso streaming. Ispirata all’omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, questa seconda stagione è scritta da Barbara Petronio, che cura anche la supervisione editoriale, Ezio Abbate e Fabrizio Bettelli.
I nuovi 8 episodi – cinque diretti da Andrea Molaioli e il tre da Piero Messina – saranno disponibili all’inizio del 2019 e sono ambientati a Roma tre mesi dopo la fine della prima serie, nei quindici giorni che intercorrono tra il primo e il secondo turno per l’elezione del sindaco di Roma nel 2008.
Nella seconda stagione, sempre più ricca di azione, dramma e giochi di potere, ambientata tra la capitale, Ostia e dintorni, i ragazzi tendono ad affrancarsi dalle loro famiglie e ad “alzare sempre di più la posta, ovviamente la politica diventa più centrale“, spiega Molaioli.
Claudia Gerini aggiunge: “Dopo aver perso tutto, ho divorziato da mio marito, mi sono dedicata al business degli traffico degli immigrati appoggiandomi ad una onlus grazie a vecchie conoscenze”. Cinaglia (Nigro), “sempre in bilico, ha ceduto anche lui alla corruzione del boss Samurai (Francesco Acquaroli) e si è ritrovato a diventare determinante nella partita elettorale in corso per il sindaco”. Nel Cast torna anche Lele (Eduardo Valdarnini).
A chi chiede ad Alessandro Borghi se il suo personaggio non crei il rischio di emulazione, replica: “I nostri sono eroi negativi, dei perdenti alla fine. Certo non lo farei vedere a un bambino di 8 anni, perché credo che non avrebbe gli strumenti adatti per capire la differenza, ma ad uno di 12, insieme ad un genitore che gli spiega la differenza tra il bene e il male, o come sia facile scivolare dalla parte sbagliata, sì. Certo, quando vado ad Ostia ci manca che mi fanno la statua, l’altro giorno mi ha fermato un ragazzino di 15 anni, ‘Aurelia’ voglio essere come te‘. L’ho bloccato: no, quello fa una brutta fine, è un personaggio che non conosce le regole. Le scorciatoie non esistono per nessuno“. A chi domanda invece quanto sia importante girare una serie per un colosso come Netflix, replicano, in coro, “finché non ti capita non ti rendi conto, ovunque vai, non solo in Italia, ma anche all’estero hai un pubblico enorme, e non te lo aspetti”.
Ansa.it