Questa mattina presto, quando è arrivata la notizia della scomparsa di Fabrizio Frizzi, ho pianto in silenzio ripensando alle tante avventure televisive vissute insieme, ai tanti momenti di gioia e di allegria che abbiamo condiviso, alle serate passate insieme a ridere e scherzare, perché Fabrizio era così, un grande lavoratore ma sempre con il sorriso. Fu Mario Maffucci, lungimirante e grande Capo Struttura di Rai1, uno che di televisione ne capiva come pochi, a vedere in quel simpatico ragazzone un possibile conduttore da far debuttare in prima serata su Rai1, dopo che le grandi star di allora (Pippo Baudo, Raffaella Carrà, Enrica Bonaccorti) passarono dalla Rai a Mediaset. Fabrizio in quegli anni, era il 1985-86, conduceva su Rai2 ‘Pane e Marmellata’, dove si innamorò di Rita Dalla Chiesa. Maffucci e Michele Guardì non ebbero dubbi sulle potenzialità di Fabrizio e lo misero in coppia con Elisabetta Gardini a condurre ‘Europa, Europa’, era il 1988. Ricordo l’ emozione di Fabrizio al suo debutto al Teatro delle Vittorie, ma anche il suo grande rispetto per tutti, dai massimi dirigenti Rai fino all’ ultimo tecnico di studio. Poi tanti anni insieme a ‘Miss Italia’ con Federico Moccia e Claudio Fasulo, eravamo i suoi autori e siamo cresciuti professionalmente con lui. Sempre presente, sempre con il sorriso, sempre attento ad ogni minimo dettaglio, facevamo riunioni fino alle due di notte per limare una parola, correggere un concetto, dare il giusto peso alle emozioni e al ritmo dello spettacolo. E durante le dirette di ‘Miss Italia’, lo coglievo mentre cercava con lo sguardo la sua Rita Dalla Chiesa, seduta in platea, sempre discreta e in disparte, Rita era per lui, in quegli anni, un importante e prezioso punto di riferimento. E poi ‘Scommettiamo che…?’ e ‘Donna sotto le Stelle’ con Milly Carlucci, ‘Per tutta la vita’, ‘I fatti vostri’ ‘Telethon’, ‘La Partita del Cuore’, ‘I Soliti Ignoti’, tantissimi programmi di successo, sempre in Rai, sempre con umiltà e garbo. Fabrizio era sempre presente con gli amici, se c’era un compleanno, una serata benefica, una manifestazione di solidarietà sapevi di poter contare su di lui. Amava la musica, il cinema, era figlio d’ arte, suo padre Fulvio era stato un importante dirigente della Cineriz, importante società di distribuzione cinematografica negli anni ’60 e ’70, e Fabrizio lo ricordava sempre con immenso affetto, citava a memoria le battute di Alberto Sordi, altro suo mito e punto di riferimento. Ricordo la grande amicizia tra Fabrizio e Corrado, facemmo insieme un ‘Telegatto’ nel 1992, Corrado era per Fabrizio come un secondo padre, un autentico maestro e credo che dal grande Corrado abbia ereditato quel garbo, l’eleganza, il profondo rispetto per il pubblico e per il mestiere di presentatore. Poco tempo fa, al funerale di Bibi Ballandi, insieme a Mario Maffucci abbiamo incontrato Fabrizio. Ci era apparso sofferente, ma con tanta voglia di lottare e di provare a sconfiggere quel male ingiusto e crudele che si era impossessato delle sue cellule migliori. Fabrizio aveva deciso di provare alcune terapie innovative, di mettersi a disposizione della ricerca, con generosità e amore per gli altri, per il prossimo, per il futuro dell’ uomo, questo era Fabrizio, una persona unica e straordinaria. Ed un ringraziamento va a Carlo Conti, per aver avuto la sensibilità di sostenere Fabrizio nel suo difficile percorso contro la malattia, convincendolo a tornare in video, a fare il mestiere che amava e per il quale era portato, fino all’ultimo giorno. Fabrizio lascia la piccola Stella e la dolcissima Carlotta Mantovan, che gli è stata sempre a fianco con grande amore e discrezione.
di Marco Luci