Lo studio annuale di Confindustria Radio Televisioni sul settore radiofonico italiano mostra una crescita del 2,3% dei ricavi complessivi nel 2015: «La ripresa, già anticipata dai dati degli investimenti pubblicitari», ha scritto nella prefazione il presidente di Crtv Franco Siddi, «è leggibile anche nei bilanci delle società che operano nel settore, soprattutto a livello nazionale, le radio locali presentano una realtà più differenziata. Ripresa dunque, che stimiamo si potrà consolidare nella lettura dei bilanci 2016». L’analisi, essendo fatta sui bilanci e riferita a due anni fa, manca ovviamente di tutti gli sconvolgimenti che ci sono stati nell’ultimo periodo nel settore, in particolare l’ingresso di Mediaset con le radio Finelco.
Il comparto locale, ha spiegato Siddi, sconta ancora un’alta parcellizzazione che vede 263 aziende (sul campione di 394 monitorate) con ricavi medi pari a 89 mila euro annui e bassissima redditività, patrimonializzazione, ai limiti della sostenibilità. Ma l’analisi restituisce la fotografia di un settore che esce dalla crisi, anche a livello locale. La riforma complessiva del sistema radiotelevisivo locale partita dall’istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione aumenta e stabilizza a partire dal 2016 le risorse complessive per il settore radiofonico (e televisivo). Inoltre il nuovo regolamento che disciplina i criteri di erogazione dei contributi statali ridisegna il sistema di erogazione dei contributi su base selettiva e premiale. Il settore radiotelevisivo locale beneficerà, infine, di un’agevolazione fiscale che prevede un sistema di incentivi per gli investimenti pubblicitari incrementali realizzati, tra l’altro, sulle emittenti televisive e radiofoniche locali.
A livello tecnologico il futuro prossimo della radio è digitale: tre quarti degli italiani sono già raggiunti dal segnale DAB+, con una copertura concentrata nelle grandi città e dove scorrono le arterie autostradali più trafficate. L’offerta digitale, tra simulcast e nuovi marchi, conta circa 40 canali radiofonici nazionali, numero destinato a crescere rapidamente; anche la radiofonia locale è pronta, ma attende la pianificazione delle frequenze a oggi limitata a 16 bacini su un totale di 39, di cui solo nove assegnati e resta fuori dalla pianificazione quasi tutto il Centronord, aree a maggiore valore commerciale, indispensabili per uno sviluppo generalizzato della nuova tecnologia.
ItaliaOggi