Cristina Parodi si racconta ad HuffPostItalia
La voce di Cristina Parodi è misurata, come le sue parole e il suo stile. La buona educazione piemontese si declina attraverso modi garbati e contenuti, che ne hanno fatto l’emblema contemporaneo della televisione gentile. Superfluo chiedersi, di questi tempi, se sia un complimento o un’accusa.
Dopo gli esordi con TelePiccolo e OdeonTV, l’approdo nel 1990 a Mediaset ne fa un volto noto del giornalismo televisivo, declinato poi attraverso programmi cult come Verissimo e, per motivi opposti, The Bachelor – L’uomo dei sogni, reality show di Canale5 che cerca per uno scapolo d’oro la donna ideale.
Appassionata di moda, sportiva e riservatissima – dal 1995 è sposata con Giorgio Gori, con cui forma una delle coppie più inossidabili del Paese –, dopo una breve parentesi a La7, Parodi nel 2013 approda in RAI. Prima conduce con Al Bano il programma Così lontani così vicini (che fa incontrare parenti mai conosciutisi prima, o allontanati dalle vicissitudini dell’esistenza), dunque La vita in diretta. Nel 2017 le viene affidata, fra non poche polemiche, la conduzione di Domenica In. Nonostante la formula sia in continuo assestamento, la trasmissione non viene premiata dagli ascolti e l’allarme chiusura è all’ordine del giorno. “Domenica In – spiega Parodi ad Huffpost – non viene mica sospesa! La verità l’ha detta la Rai rettificando una notizia completamente sbagliata. Ci fermeremo una sola domenica per il Gran Premio. Si trattava di un’interruzione programmata da tempo”.
Dunque si tratta di una fake news.
“Purtroppo sì. Per quanto le notizie false siano parte del web, e siano ormai una tassa che siamo tutti quanti abituati a pagare, le cose cambiano quando vengono diffuse da giornalisti che appartengono a testate importanti. Il giornalista deve sempre verificare le notizie prima di comunicarle, non inserirsi o alimentare la scia degli haters”.
Eppure gli haters sono un’altra costante del web.
“Sono persone senza faccia e firma che utilizzano la rete per dire le cose più tremende e produrre negatività”.
E nell’ultimo periodo si sono particolarmente accaniti nei suoi confronti e verso sua sorella Benedetta.
“Io li ignoro. Le critiche costruttive ovviamente sono sempre ben accette, io rispetto sempre il parere di tutti e grazie al cielo la maggior parte della gente apprezza quello che faccio. Il fatto che questa attenzione sia esplosa in corrispondenza con il mio più importante impegno di lavoro mi suggerisce una risposta, ma di più non mi interessa sapere.
Perché?
“Perché io cerco di fare il mio lavoro e di farlo bene. Per evitare problemi sono meno presente sul web, ma non mi pesa: posso benissimo stare anche senza. La mia domenica è caratterizzata da informazione e intrattenimento. Per fare una televisione non aggressiva e volgare ci vuole tempo”.
Pasolini indicava la televisione come “strumento del potere e potere essa stessa”. E il potere dell’apparenza, declinato attraverso il grande e piccolo schermo, sono un esercizio che spesso si rivela sul corpo delle donne. Weinstein docet.
“Questa mancanza di rispetto per le donne non è più accettabile. Si tratta di un mal costume che esiste, e che adesso deve essere supportato non solo da denunce pubbliche, ma anche da azioni giudiziarie”.
Di Brizzi cosa pensa?
“Dovrebbe parlare in pubblico, e mi piacerebbe ospitarlo in trasmissione. Per me fino a prova contraria è innocente, ma fa una certa impressione sentire la voce di tutte queste ragazze. Non credo che possano avere altri interessi se non quelli di raccontare una situazione che le ha messe a disagio. Mi auguro che non sia tutto vero, perché nessun uomo dovrebbe mettere una donna nella condizione di non poter dire di no. Bisogna ricordarsi, però, che c’è una differenza sostanziale fra molestia e avances”.
Qual è secondo lei?
“La prima è una condizione di potere che non ti permette di dire di no. La seconda un atteggiamento che un uomo è legittimato ad avere nei confronti di una donna che gli piace, ma da cui la donna può in qualsiasi momento sottrarsi”.
Le denunce di attrici e showgirl che stanno conquistando le prime pagine di tutti i giornali del mondo rivelano come qualcosa, forse, stia cambiando.
“Adesso diventa fondamentale dire i nomi e i cognomi. Smetterla di sussurrare, o di parlare con voce contraffatta. Sono tante le donne vittime di molestie, e in questo caso bisogna andare fino in fondo. Anche per quelle che non finiscono sui giornali, perché non sono famose o vittime di volti noti, ma soffrono moltissimo”.
È evidente però come continui a sussistere una certa sudditanza femminile nei confronti degli uomini. Soprattutto degli uomini di potere.
“Le cose stanno cambiando. Le donne sono molto più toste, cercano di realizzarsi nella carriera e nella famiglia. Poi ci sono donne spregiudicate che utilizzano quell’aspetto per andare avanti nella carriera, ma io non mi sento di giudicarle”.
No?
“No. So solo che non è accettabile che una donna debba sostenere dei ricatti sessuali da parte di uomini per fare strada, o per un voto all’università. E che non accetto neppure di vedere donne vestite da suore per non essere vittime di molestie. Abbiamo il diritto di vestirci come ci pare, e nessuno si deve permettere di molestarci”.
Eppure non è sempre così.
“Perché molti uomini hanno ancora una mentalità retrograda e credono che sarà sempre la loro parola contro quella di una donna. Ma le donne finalmente stanno scoprendo di avere tutti gli strumenti e le possibilità a loro disposizione. Loro sono il motore della società. Se ci fossero le donne nei punti chiave tutto andrebbe meglio”.
Un discorso femminista. Ammetto che da Cristina Parodi non me lo sarei aspettato. Lei che ruolo si sente di avere?
“Il mio compito di giornalista è raccontare. Verificare le notizie, e dar loro la voce”.
Si sente femminista?
“Assolutamente si”.
Cosa è il femminismo oggi alle porte del 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne?
“È considerare la donna uguale all’uomo, se non migliore. Io sono abbastanza convinta che sia migliore”.
Davvero?
“C’è un detto africano che dice se istruisci un ragazzo, istruisci un uomo. Se istruisci una donna, istruisci un Paese. Non a caso tutte le organizzazioni che fanno cooperazione sociale in Africa puntano a istruire il popolo femminile”.
Lei ha tre figli. Due ragazze e un ragazzo. Insegna questo loro?
“Insegno il rispetto per qualsiasi persona. Spiego loro che bisogna essere forti e coraggiosi con chi è più forte. Mai con i più deboli, men che meno con una donna”.
Pensa mai che le sue figlie potrebbero trovarsi in situazioni simili a quelle raccontate da Asia Argento?
“Educo le mie figlie a non trovarsi in una situazione del genere, e se mai dovesse capitare insegno loro a dire di no”.
A lei è mai capitato?
“Ho sempre trovato corteggiatori e avances in qualsiasi situazione lavorativa e scolastica, ma non c’è mai stata una situazione da cui io non sia riuscita a uscire con un sorriso”.
Flavia Piccinni, Huffngtonpost.it