Domenica arriva, su Rai 1, Bebe Vio

Domenica arriva, su Rai 1, Bebe Vio

Domenica su Rai1 la campionessa apre il suo “loft” a molti ospiti: Alex Zanardi, Gabriele Cirilli, Antonella Clerici, Carlo Conti. Il programma è stato registrato prima dell’estate ora la schermitrice ha testa solo per gli allenamenti

 Con Paola Turci fa le smorfie allo specchio: “Vedi che le mie cicatrici sono più brutte?” dice la cantante “perché quando faccio così gli occhi sono diversi”. Bebe Vio ride: “Sei sicura? Non lo so mica”. Con Oney Tapia balla, con i bambini dell’associazione Art4sport, che portano le protesi, gioca per capire quale sia l’arto che fa più rumore. La verità è potente, la risata contagiosa, la campionessa che ha vinto l’oro nella scherma alle Paralimpiadi di Rio 2016 e ha conquistato il cuore degli italiani (Jovanotti le ha dedicato Ragazza magica) è una vera forza della natura. Al suo debutto come conduttrice televisiva sembra che abbia fatto solo quello nella vita. Naturale, spontanea, un rossetto dark che contrasta con i colori chiari, Bebe debutta domenica su Rai1 (alle 17.45) con La vita è una figata!, “che è più di un programma televisivo” dice il direttore della rete Andrea Fabiano “è un manifesto Quando arriva Bebe, succede qualcosa; lei sposta l’aria, c’è. Anche il titolo è un manifesto: la vita è una figata. Questa idea è nata un anno fa, ci abbiamo ragionato con Simona Ercolani; lei mi propose un’idea di raccontare storie interessanti, di stimolo al pubblico. Abbiamo riflettuto su chi potesse essere l’interprete ideale e abbiamo subito pensato a Bebe”.

Tutta vestita Dior, come una punk modaiola, questa piccola grande donna, vent’anni, è veloce come i colpi che tira in pedana, sorprendente, ironica. “Lo dico a Bebe prima che vada in onda”,  insiste il direttore di Rai1 “mi piacerebbe andare avanti con questa esperienza televisiva”. Ma lei dice subito di no. “Ho troppe cose da fare: devo prendere la patente, devo iscrivermi all’università, fra 33 giorni ci sono i Mondiali a Roma. Mi sono divertita un sacco, è stata una esperienza bellissima; non ci volevo credere quando mi è stato proposto. È stato tutto un gioco; la prima volta sul set non avevo studiato il copione; il programma è sciallo. La cosa bella è che sono io, con la curiosità di conoscere persone. Le storie le ha scelte la produzione e i miei genitori le hanno controllate, quindi ero tranquilla”.

Lo studio allestito come fosse casa sua, un loft colorato in cui ha portato davvero oggetti del suo appartamento (“Mamma mi rimprovera, devo ancora svuotare gli scatoloni”), la campionessa intervista una serie di ospiti (Alex Zanardi, Gabriele Cirilli, Antonella Clerici, Carlo Conti, Marco Liorni, Francesca Fialdini, Giovanni Malagò, Luca Pancalli, Camila Raznovich, Geppi Cucciari, Martin Castrogiovanni, Oney Tapia e il Trio Medusa) a parlando con gli altri racconta di sé. Il titolo La vita è una figata! nasce da un’esortazione del papà di Bebe. “Ero uscita dall’ospedale, non stavo bene né fisicamente né moralmente – racconta  – e lui mi ha detto: guarda che la vita è una figata. La parte più bella del programma è proprio il video-selfie con gli ospiti, alla fine di ogni puntata, quando diciamo: La vita è una figata”. “Tutte le persone ospiti nella mia trasmissione hanno sofferto ma hanno grandi sogni – continua – La cosa bella è che o si rideva – e tremava la telecamera – o si piangeva. Simona Ercolani ha tanto coraggio, è partita con Alex Zanardi e adesso è caduta in basso con me… Ho fatto qualche gaffe, ho detto parolacce. È stato un gioco ma non penso a rifarlo un altro anno, ve lo dico. L’ho registrato prima dell’estate, ora sono concentrata sui Mondiali, devo pensare alle cose serie”.

“Questo programma è figlio del modo di raccontare della Stand by me – spiega la produttrice e autrice Simona Ercolani – di solito quando c’è un’esordiente si cerca di insegnarle qualcosa, ma qui è successo l’inverso: siamo stati noi a imparare un sacco di cose. Le storie scelte da Bebe insegnano tanto. È stato facile lavorare con lei, solo che a un certo punto ci faceva morire: “Alle 17 devo andare in palestra ad allenarmi, avete capito?. Io devo andare”. Voglio ringraziare i genitori, sono “genitori top”, come direbbe lei. La domenica pomeriggio in tv siamo abituati a vedere altro. La vita è una figata è un programma di dolore e speranza. Fabiano ha avuto coraggio”.

Luca Pancalli, presidente del Comitato italiano paralimpico, applaude: “Sono innamorato di Bebe, lo dico con affetto perché ho una figlia della sua età. Lei rappresenta qualcosa di straordinario per la famiglia paralimpica. È una ragazza speciale e una straordinaria atleta”. Tanti elogi non ti imbarazzano? “È strano sentirsi fare tanti complimenti –  dice Bebe – le persone che mi stanno più vicine in realtà mi dicono quello che pensano davvero, mi sgridano anche. Mia madre ogni tanto mi fa: “Va tutto bene, ma ora torna coi piedi per terra per favore””. Sulla sua vita, in cui ha sconfitto la malattia e l’handicap con coraggio, diventando un esempio, ha le idee chiare. “La mia storia è utile e infonde coraggio? Per me è tutto strano. Sto vivendo gli anni della giovinezza, quelli in cui si fanno più errori nella vita. Non me ne frega niente degli adulti, punto sui giovani, cerco di essere un esempio per loro. L’altro giorno un bambino mi ha detto: “Voglio essere Bebe Vio”. Cerco di essere l’esempio che vorrei avere io”.

Tenace, dotata di una determinazione da vera campionessa (“Sto già pensando a Tokyo, la mia vita è sempre un conto alla rovescia, al tempo che mi separa dall’obiettivo che voglio raggiungere”), Bebe  coltiva i suoi sogni e li realizza: “Tutti hanno dei sogni, non solo io. Il problema è che molti pensano che siano sogni, quindi che siano lontani. Invece devi darti da fare, inseguire gli obiettivi. Lo dico ai miei amici: ma che fate seduti sul divano? Alzatevi e andate a realizzare i vostri sogni. E loro mi rispondono: Bebe tu ci riesci perché sei tu. Ma non è così. Lo sport per me è la cosa più importante nella vita, più della tv. Ma come fare a vivere senza fare sport? Io non lo capisco. La paura di ogni atleta è smettere di provare un’emozione così forte. L’emozione più grande della mia vita è stata partecipare alle Olimpiadi di Rio, vincere.  E l’altra è stata andare a seguire quelle di Londra..  Tutte le altre cose belle che mi sono capitate le ho raccontate nel libro Se sembra impossibile allora si può fare“.

Nella puntata Pif  chiede se è fidanzata. La risposta?. “Ma anche se fosse, lo vengo a raccontare in conferenza stampa?”. E ride. Con la fede ha un rapporto tutto suo.  “Ero molto credente, facevo parte degli scout, andavo a messa, ho fatto anche la chierichetta. Poi mi sono chiesta: “Perché è successo proprio a me?”. Ho fatto una scuola salesiana e don Filippo, ma noi lo chiamavamo don Pippo, sciallissimo, uno che ti confessava davanti a una birra, mi ha detto: “Vedi Dio nelle cose belle”. Mi sono creato una mia religione. Non ho un mio Dio, ho la mia mamma e il mio papà”. Da grande  che farai? “Mi piace la comunicazione, io sono un grafico. Mi piacerebbe frequentare Scienze della comunicazione. Ma da grande voglio essere un misto tra Luca Pancalli e Giovanni Malagò”. Auguri.

Silvia Fumarola, Repubblica.it

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