(Tiziano Rapanà) Non sarò obiettivo su Guess my age (il nuovo quiz di TV8, in onda dal lunedì al venerdì alle 20 e 30, con Enrico Papi). E come potrei? Enrico Papi ha fatto parte della mia infanzia televisiva. Un’infanzia che è stata legata a tanti ricordi sulla tv, vissuti principalmente tra la grande e storica Mediaset degli anni novanta e la creatività delle varie reti locali. È stata un’infanzia vissuta rispettando il rito canonico domenicale del Tv, sorrisi e canzoni che leggevo con meticolosa attenzione, perché curioso del mondo televisivo del periodo. Eppoi non posso non considerare le tante scoperte personali, fatte tra uno zapping e l’altro che rivelavano di tutto e di più: tipo la factory di cartomanti, presenti sulla Telenorba della prima metà anni novanta, imbarazzati da una richiesta di aiuto di una mamma che chiedeva una risoluzione della tossicodipendenza del figlio, oppure le televendite del Baffo, Roberto da Crema, o di Wanna Marchi con figlia e mago Do Nascimiento presenti in quel di Rete Mia, e ancora le televendite di Aiazzone con il pupazzone Lallo (che vidi anche dal vivo, da piccino, nell’ex mega showroom di Bari)… la lista è lunga e non è il caso di tediarvi. Comunque Enrico Papi fa parte di questi ricordi confusi e affettuosi, perché egli ha realizzato i programmi – a mia memoria – più belli di quel periodo: Sarabanda e Papirazzo. Il primo è storia nota un po’ per tutti. Coccinella, l’uomo gatto, la professora, sono i concorrenti che sono entrati nell’immaginario di un bel po’ d’italiani, nel bene e nel male (sull’uomo gatto, peraltro, contesto parecchio il percorso evolutivo ordito da Papi, giacché il personaggio si trasformò in una macchietta trash che battagliava verbalmente con i personaggi più improponibili). Il secondo programma è un po’ meno noto, però a me piaceva molto e già allora rappresentava per Papi il canto del cigno con il mondo del gossip. Tuttavia la carriera del conduttore non si è limitata a questi due egregi prodotti, giacché egli ha perseverato con l’ottimo Trasformat, La pupa e il secchione e via discorrendo. In soldoni: Enrico Papi è un personaggio che ha sempre fatto dei bei programmi e non hai mai quasi sbagliato. E i pochi errori che ha fatto, li ha compiuti per lo più quest’anno, con il brutto ritorno di Sarabanda e il precedente terrificante canterino di Mooseca. Comunque trattasi di quisquilie, peraltro utili all’approdo su Tv8 con Guess my Age. Un approdo certamente superiore al triste revival di Sarabanda, anche se non è all’altezza creativa di Trasformat (ben più interessante del nuovo quiz, made in Sky). Purtroppo il format non brilla per originalità: quest’idea della coppia che deve indovinare l’età del parterre di figuri presenti in studio mi ricorda troppo I soliti ignoti di Rai 1 (con la differenza che nel programma Rai, si tratta di un solo concorrente intento a svelare l’identità anziché l’età, ma alla fine cambia poco), così come la pensata di difendere il montepremi – ben centomila euro – dall’inizio del gioco (e caro Papi ti prego, la prossima volta, in trasmissione chiamalo gioco e non game! Non aderire almeno tu alla trappola dell’anglicismo) mi sembra troppo simile al vecchio quiz di Canale 5, The Money Drop con Gerry Scotti. Comunque, mancanza di originalità a parte, il quiz assolve il compito di intrattenere lo spettatore. E lo fa in una maniera leggera e divertente, oltre che rispettosa del pubblico a casa. Purtroppo, però, si tratta di un programma debole, dal punto di vista della scrittura televisiva, che rischia di non andare oltre la stagione appena iniziata. Ovviamente non gli auguro il flop, tutt’altro: lo guarderò, per avere modo di apprezzare il garbo con cui Papi interagisce con i concorrenti. Tuttavia, se il gioco non subirà delle modifiche importanti in corso d’opera, rischierà – secondo la mia pessimistica previsione, probabilmente esagerata – la chiusura.
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