Mediaset dovrà affrontare un autunno caldissimo

Mediaset dovrà affrontare un autunno caldissimo

L’estate è quasi agli sgoccioli: tra poco la bella stagione sarà conclusa, in televisione inizieranno i nuovi palinsesti autunnali e Mediaset dovrà riprendere in mano le situazioni lasciate in sospese, che sono tante e tutte delicate.

Ma Mediaset dovranno soprattutto risolvere il problema rappresentato da Mediaset Premium, la pay tv che perde soldi dalla nascita (2005) e che solo lo scorso anno ha registrato un rosso record di 384 milioni (il passivo dalla data del lancio dovrebbe aver sfondato il miliardo di euro).

Di certo Vivendi venderà cara la pelle prima di cedere la gran parte (18%) della sua attuale partecipazione (28,8%) nel capitale del gruppo televisivo di Cologno Monzese, in cui la famiglia Berlusconi è arroccata al suo 41,1%.

Quindi non è da escludere, anche se non ci sono conferme in questo senso, che prima o poi Premium, una volta tornata al 100% di proprietà di Mediaset, sia riportata nell’alveo della capogruppo dopo lo scorporo di alcuni anni fa e l’ingresso di Telefonica nel capitale (con 11%).

Sicuramente se ne saprà di più il prossimo 26 settembre quando si riunirà il cda per l’approvazione della semestrale del Biscione. Anche perché nel frattempo la Lega Serie A potrebbe aver definito il bando per i diritti tv 2018- 2021.

Ma intanto Mediaset deve fronteggiare un’altra tegola pesante che gli è caduta sulla testa: la società Stoxx Ltd. ha infatti deciso di rimuovere il titolo Mediaset dall’indice Stoxx Europe 600, nell’ambito della revisione trimestrale degli indici benchmark.

La decisione è stata comunicata nella mattinata di mercoledì dall’index provider di proprietà del gruppo Deutsche Boerse e sarà effettiva a partire dalla seduta del 18 settembre prossimo.

Per chi non ne fosse a conoscenza, STOXX Europe 600 o STOXX 600 è un indice azionario composto da 600 delle principali capitalizzazioni di mercato europee, progettato da STOXX Ltd. Questo indice ha un numero fisso di 600 componenti, tra cui grandi aziende capitalizzati in 18 paesi europei, che coprono circa il 90% della capitalizzazione di mercato del mercato azionario europeo.

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