Pubblicato nel 1987 in Italia, il romanzo di King cambiò la letteratura dell’orrore

Pubblicato nel 1987 in Italia, il romanzo di King cambiò la letteratura dell’orrore

«Il terrore che sarebbe durato per ventotto anni, ma forse di più, ebbe inizio per quel che mi è dato sapere e narrare, con una barchetta di carta di giornale che scendeva lungo un marciapiede in un rigolo gonfio di pioggia». Inizia così, come una favola nera di altri tempi, il romanzo It di Stephen King: una delle storie più inquietanti mai scritte dallo scrittore americano.

Un bambino durante una giornata oscura di pioggia torrenziale costruisce una piccola barchetta di carta e la fa navigare per strada. Il piccolo George Denbrough è protetto da una mantella gialla e indossa stivali rossi seguendo il percorso di navigazione dell’imbarcazione costruita per lui dal fratello Bill. La barca fila veloce e si infila in un’apertura sotto il marciapiede dove una perfida creatura, che ha preso le sembianze del clown Pennywise, prima adescherà George e poi gli strapperà un braccio e lo ucciderà. Questo incipit fulminante ha trasformato subito It in uno dei classici del terrore più amati di tutti i tempi.

La storia venne scritta a Bangor fra il 9 settembre del 1981 e il 28 dicembre del 1985. Stephen King aveva già pubblicato Carrie, Le notti di Salem, L’ombra dello scorpione, La zona morta, Cujo, Pet Sematary dimostrando che poteva terrorizzare i lettori con storie di telecinesi, di vampiri, di epidemie, di preveggenza, di animali rabbiosi, di morti che ritornano. Con It rivelò che «il romanzesco è la verità dentro la bugia, e la verità di questo romanzo è semplice: la magia esiste». In segno di gratitudine il libro è dedicato ai suoi tre figli Naomi Rachel, Joseph Hillstrom e Owen Philip. Stephen King dichiarò: «mia madre e mia moglie mi hanno insegnato a essere uomo. I miei figli mi hanno insegnato ad essere libero».

It venne pubblicato nel 1986 negli Stati Uniti e solo un anno dopo in Italia. Oggi viene rieditato da Sperling & Kupfer in un’edizione che precede l’uscita estiva in America dell’adattamento cinematografico del regista argentino Andrés Muschietti che ha deciso di dividere in due film la storia kinghiana, così come in due periodi (quello che va dal 1957-1958 e quello dal 1984-1985) è ambientato il libro. Protagonisti del romanzo sono alcuni ragazzi radunati nel Club dei Perdenti che dovranno misurare il loro rapporto con la paura prima da adolescenti e poi da adulti. Stephen King chiarifica come il rapporto con l’orrore cambi a seconda dell’età e come gli incubi mutino nel tempo. Tutto il romanzo è giocato sulle reazioni allo spavento che hanno i protagonisti e sul fatto che il terrore non ha la stessa forma per tutti.

La paura secondo King spesso è qualcosa di molto personale e specifico e solo la condivisione con gli altri di certi incubi può portare catarticamente a vincerli. Da giovani si ha uno shine speciale per percepire il male e il dolore, da adulti la soglia di contatto cambia. Per poter rappresentare tutte le paure possibili lo scrittore americano sceglie di incarnare il Male in una creatura mutaforma di origine aliena di nome It.

È lui che minaccia la piccola comunità di Derry e i suoi abitanti. Arrivato con un’astronave It è un Malia: una creatura capace di incarnare le paure di ognuno di noi. Questo terribile essere può trasformarsi in un clown, un lupo mannaro, un lebbroso, in un gruppo di fantasmi di bambini affogati, un enorme uccello predatore, un lavandino sanguinante, un occhio con i tentacoli, una colonia di sanguisughe alate. E la sua forma più terribile è quella finale di gigantesco ragno. Dare forme diverse al perfido It permette a King di spaventare ancora di più i suoi lettori.

Per costruire questo classico della letteratura horror si ispirò al racconto Il modello di Pickman di H.P. Lovecraft ma ebbe ben presente anche la creatura aliena che si insidia in corpi e forme diverse nel film La cosa di John Carpenter. Il tentacolare ragno è un omaggio alla terribile Shelob creata da J. R. R. Tolkien ne Il Signore degli Anelli.

It è un mostro che ogni trenta anni circa si risveglia ciclicamente nel sottosuolo di Derry dove vive e si riposa nella zona delle fogne. Per combattere il mostro i ragazzi capiranno che va portato a termine il Rito di Chud e impareranno a combattere i bulli del quartiere e le varie creature in cui si incarna It con la fionda Alta Precisione di Bill Denbrough caricata con i proiettili d’argento. Gli adulti dovranno invece sconfiggere non solo le trasformazioni dell’alieno ma dovranno soprattutto lottare con l’età, la malattia, la droga, l’alcool, l’omofobia. Dovranno tornare bambini per trovare la forza necessaria per reagire a It.

A distanza di trent’anni il romanzo di Stephen King non ha perso neanche un grammo della sua energia e va rigorosamente letto ascoltando le canzoni di Bruce Springsteen, Beach Boys, Creedence Clearwater Revival, Neil Young, Eddie Cochran, The Doors, Billy Joel che scandiscono i vari capitoli della narrazione.

Luca Corvi, Il Giornale

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