Il leader degli Stadio e amico da sempre di Vasco Rossi ha aperto e chiuso con lui il concerto evento. “Dopo mi sono ritrovato con migliaia di ragazzi in spiaggia. È infaticabile, ha già pronti pezzi nuovi”
Il giorno dopo, un allegro sfinimento scende sull’impresa da Guinness di Vasco Rossi ma anche della città di Modena, che ha raccolto la sfida e già ieri mattina esibiva un centro ripulito dopo l’invasione dei 225 mila al Modena Park. La scena si è spostata al Grand Hotel di Rimini, dove carico di adrenalina Vasco è ritornato nella notte in elicottero dopo l’infinito concerto, con i collaboratori più stretti e l’amico di sempre Gaetano Curreri. Con lui c’era stato il momento più affettuoso, per pianoforte e voce: ripercorsi gli inizi della carriera vaschiana con Jenny è pazza, Silvia, La nostra relazione e Anima Fragile, si erano scambiati un abbraccio che tutto era meno che retorica da palcoscenico.
Nessuno ha dormito, men che meno Gaetano Curreri. Alle 5,30 del mattino era sulla spiaggia con una sua tastierina («Il pianoforte sull’elicottero non ci stava») a intonare Albachiara proprio mentre l’alba sorgeva, per far cantare migliaia di ragazzi che avevano seguito il concerto su maxischermi oppure arrivavano freschi freschi (si fa per dire) da Modena in auto, grazie a provvidenziali anticipi di partenza, quasi a voler continuare la festa.
Ieri Vasco ha definito «La tempesta perfetta» quell’incredibile serata senza alcun incidente: «Sono orgoglioso e fiero del mio popolo e di Modena capitale del rock, ma soprattutto devo sempre un grazie a questa mia combriccola pacifica. Abbiamo portato un po’ di gioia». Nel frattempo, si registravano le telefonate di compiacimento del presidente del Consiglio Gentiloni e del Ministro dell’Interno Minniti (due che non avranno dormito neanche loro, ma di sollievo). Si faceva vivo Celentano, rimasto incollato alla tv, mentre più di 14 milioni d curiosi visionavano su Facebook il clippino che Vasco aveva girato dall’elicottero sulla folla.
Gaetano Curreri è poi finalmente riuscito a dormire qualche ora. Ma la contentezza che più tardi trapelava dalla sua voce raccontava una eccitazione ancora palpabile per quella serata condivisa. Il leader degli Stadio è di solito persona posata, un artista sempre un po’ sottotraccia, come nascosto sotto le sue grandi lenti, ma l’Albachiara riminese lo ha molto divertito: «Ho intonato la canzone per far cantare la gente, sulla spiaggia. Un omaggio a una giornata meravigliosa. Invocavano Vasco, volevano che venisse a cantare. Ho detto loro: “Ma vi rendete conto che, con le prove, in due giorni ha cantato 8 ore?”».
«Tempesta perfetta»
Gaetano giura che Rossi non era neanche tanto distrutto, dopo la performance: «Sarebbe in grado di ripeterla tranquillamente, fra qualche giorno. Tra l’altro aveva una voce bella forte, che ha guadagnato sulle frequenze più acute. È tornato alla tonalità originale». Frutto, spiega, di una preparazione micidiale, anche fisica: «Da sei mesi corre e cammina. Non c’è niente di improvvisato. Fa una vita da prete». Non si accorge nemmeno di strappare un sorriso, essendo argomento di conversazione l’eroe della vita spericolata.
Sul palco, con la complicità e poi l’abbraccio dopo il vostro set, si è acceso un momento di umanità raro nel musicbusiness… «Sono 40 anni che ci conosciamo. Lui dice che sono stato io a vedere in lui la genialità e la qualità di scrittura. Quando mi faceva sentire i suoi pezzi, coglievo la capacità di essere sempre positivo, e una velocità di ragionamento che lo portava subito avanti. Io ero un musicista con le mie regoline, e lui me le faceva saltare». Più tardi, lo convinse ad abbandonare la vita da dj: «Ha poi capito quale era la sua strada, ha preso il sopravvento la musica. Ma da dj guadagnava bene, ed era pieno di donne». Giura che Vasco non smetterà di cantare: «Ha già qualche pezzo nuovo, mi ha appena detto: “Abbiamo un sacco di cose da fare, nessuno pensi che questa è stata la fine”».
Coautore di brani come Un senso, Rewind, E dimmi che non vuoi morire, Gaetano Curreri ora gira pagina e torna a pensare ai suoi Stadio: «Stiamo riflettendo sull’anniversario di Banana Republic. Lucio Dalla non c’è più, il gruppo si formò proprio allora e voglio coinvolgere la formazione originale, per i 40 anni, nel ’18/’19. De Gregori? Si è un po’ raddolcito, ci parleremo. Per ora, vado a rigenerarmi a Umbria Jazz con Paolo Fresu».
La Stampa