Diceva: «Ogni mattina mi sveglio e, guardandomi allo specchio, provo sempre lo stesso ed immenso piacere: quello di essere Salvador Dalì».
Anche Pilar Abel si sveglia ogni mattina e guardandosi allo specchio si domanda perché lei non è una Dalì, almeno per la legge. Ha 58 anni, vive a Figueres e di professione fa astrologa. Da anni sostiene di essere la figlia di una più dei grandi artisti del Novecento, bizzarro, scandaloso e irriverente, con i baffi fissati con la brillantina e all’insù. Conobbe la madre a Cadaques, poi non si fece più vivo. Si è invece fatta viva lei che adesso pretende il riconoscimento con tutto quel che ne consegue sul piano patrimoniale. La magistratura spagnola sembra darle credito e ha ordinato la riesumazione della salma dell’artista, a 28 anni dalla sua morte, per stabilire se sia o meno il padre biologico. La riesumazione del cadavere si è rivelata come l’unica via possibile per condurre le ricerche sul dna. L’artista catalano è morto nel gennaio del 1989 all’età di 84 anni, dopo aver vissuto gli ultimi setta anni della vita volontariamente da semi recluso nel suo castello di Pubol a pochi chilometri da Girona.
Di figlie segrete più o meno autentiche è piena la Storia. Quella di Nino Manfredi, per esempio era bulgara e si chiama Tonina Bogdanova, quella di Paul McCartney tedesca, Bettina e faceva l’infermiera a Berlino. Persino a Lady D avrebbero rubato un ovulo per impiantarlo a un’altra donna. La bimba nata si chiamerebbe Sarah. Ma nessuno ci ha creduto.
Il Giornale