I Cesaroni, Matteo Branciamore rivela: “Ero malato di sesso”

I Cesaroni, Matteo Branciamore rivela: “Ero malato di sesso”

Marco de I Cesaroni è tornato sul tema della sua dipendenza. Nel 2012, infatti, aveva confessato di aver avuto un grosso problema con il sesso

Matteo Branciamore ha recitato nel ruolo di Marco de I Cesaroni e, dopo mesi di silenzio, è tornato a parlare di quella che per anni è stata quasi una dipendenza:
il sesso.

Era il 2012 quando Matteo Branciamore raccontò di essere malato di sesso. L’attore de I Cesaroni non ha mai nascosto questo suo problema e in quegli anni decise di raccontarlo. “Il sesso – diceva – era il mio pane quotidiano ma ad un certo punto non lo gestivo più e mi è sfuggito di mano, non lo fermavo più. Non era una situazione sana. Se ti riconoscono è facile trovare quella che non vede l’ora di venire a letto con te. Io poi vado subito al sodo. Non intorto la donna a parole per poi arrivare alla scopata e sparire. Non promettevo niente, mi volevo divertire, e lo dicevo. Su Facebook mi contattavano e si facevano avanti. In giro si parla sempre di amore e non di divertimento, c’è troppa poesia e ipocrisia dietro al sesso”.
A 5 anni di distanza da quel periodo e da quelle parole, le cose sono cambiate. L’attore de I Cesaroni ha confessato di non essere più dipende dal sesso. “Per fortuna – aggiunge – ne sono uscito indenne. Sarà che mi sono trasferito in prossimità del Vaticano… (ride) Ma non voglio essere ipocrita: mi piacciono le ragazze. La donna ideale è naturale, spontanea, ironica: sto cercando la mia versione al femminile. Non vorrei mai mettermi con un’attrice. Per esperienza dico che funziona di più far ridere“.
Oggi Matteo cerca altro: “Sono cresciuto, non mi sento più il poster più amato dalle ragazzine. E’ vero ne ho conquistate tante, e anche se ammetto che mi è difficile pensarmi come adulto, oggi dalla vita cerco altro. Sono single e va bene così. Sto bene con me stesso, credo di aver raggiunto un equilibrio. Cose come paternità, matrimonio le vedo lontane”.

di Anna Rossi, il Giornale

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