(Tiziano Rapanà) L’affermazione è stata generata dalla costatazione di avere assistito ad un programma, in onda da ieri sera su Rai 3, che ha felicemente ostentato una tecnica di ripresa maldestra. E che ha espresso dunque una ragione culturale del brutto e dell’esteticamente repellente. E tale espressione per me è sostanzialmente deprecabile, perché non si può offrire al telespettatore un programma che ha un significante pessimo. O meglio: un significante che è degno di essere accostato all’estetica idealtipica di un film amatoriale. In soldoni: questo programma propone un’ignominia visiva imperdonabile. E anche insalvabile, perché nonostante le belle e probe e nobili intenzioni di voler costruire un racconto di un’Italia legata alla civiltà e al benessere della comunità, il tutto alla fine si sgretola in questa certamente involontaria esaltazione dello sgradevole sgraziato audiovisivo.
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