(Tiziano Rapanà) Mi riferisco al massimo rappresentante del registro linguistico della formula talent, che è fulmineamente ritornato ad essere lo sgradito, per me, principino della situazione. Pensavo (ingenuo) fosse ormai un oblioso e obbrobrioso mostro linguistico del passato, ed invece è mestamente attuale. Tutta colpa di Daniele Liotti, attore e valutatore di Amici, che durante la consueta puntata ha ridato vita all’abnorme deformità. Ed ha quindi ridato vita alla mia infelicità, che puntualmente si ripresenta in occasioni simili. Ed io non voglio essere infelice. Ergo: spero in un decreto legge, che renda illegali tali bestialità verbali, in televisione, e che dunque punisca chi sgarra con pesanti sanzioni pecuniarie. Ora questa cosa ovviamente si leggerà con l’ottica del paradosso e dello scherzo. E naturalmente la lettura è esatta, poiché alla fin fine non è sano attaccarsi alla fisima linguistica come il buon Vittorio De Sica nel film Racconti romani. Tuttavia in tv non deve essere consentito un pressappochismo del linguaggio. Soprattutto se si valuta l’artisticità di un individuo.
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