(Tiziano Rapanà) Ossia quella di Totò, Peppino De Filippo con Eduardo e Titina. La Napoli dei fratelli Maggio e dei fratelli Taranto (Nino e Carlo, che hanno lavorato insieme soprattutto negli storici musicarelli). E anche la Napoli di Pietro de Vico e di Enzo Cannavale. Per carità, i tempi cambiano: bisogna adeguarsi. E tuttavia preferisco quell’antica e nobile creatività partenopea. Quest’attualità, ben proposta dallo show di Rai 2, non mi dispiace. Anche se la forza cabarettistica proposta non ha la grinta e lo spirito dei gruppi cabarettistici storici napoletani tipici de La Smorfia, i sergenti a sonagli e i fenomenali – ed ingiustamente dimenticati – Trettre (che realizzarono, per l’Italia 1 degli anni ottanta, la delizia comica I-Taliani). Comunque va bene così, è giusto dopotutto accontentarsi ed accettare la comunque valente comicità dello show di punta di Rai 2.
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