Malinconica, suadente ma sostenuta come Napoli “incrostata” nei vicoli, Giovanna Mezzogiorno si avviluppa su se stessa. O almeno lo ha fatto finora perché, come racconta nella videointervista a Il Mattino ha smesso di essere troppo “concentrata su se stessa, ho trascorso una giovinezza con uno sguardo rivolto al passato”. Dopo un lungo cammino interiore e soprattutto dopo la maternità è cambiata. E’ nel nuovo film di Gianni Amelio, che narra di rapporti sfaldati, incomunicabilità tra genitori e figli e la parte interiore di ciascuno. Lei non teme di lasciar andare i propri affetti, perché “quando si rompono i legami è sempre colpa dei genitori. Se sbaglierò molto, i miei figli saranno autorizzati a voltarmi le spalle, non credo sia mai colpa dei figli, siamo noi che li abbiamo messi al mondo, loro non hanno chiesto nulla, siamo noi che dobbiamo star loro accanto in modo corretto, senza umiliari”. Inseguita per 21 anni da Gianni Amelio, che avrebbe voluto cucirle addosso un film, è stata colta di sorpresa dalla telefonata del regista, “in un momento in cui ero ferma da tempo”. La Mezzogiorno è salda ai suoi valori e non ha dimenticato quell’adolescente di sinistra che credeva e crede ancora in quell’ideologia, “vale ancora la pena – dice – di scendere in piazza, soprattutto ora che c’è vento di guerra e derive autoritarie”.
Il Mattino