Scommettiamo che Bob Dylan resterà nella storia del Nobel non tanto per i suoi meriti, ma per un gesto di maleducazione senza precedenti? Non credo sia necessario, ma ricordiamolo: il famoso cantante ha vinto il premio (per la letteratura, bizzarra decisione ! ) tra mille polemiche, e si è reso introvabile per settimane, poi ha annunciato che non sarebbe andato a ritirarlo il 10 dicembre « per altri impegni». Infine, un paio di giorni fa, essendoci due concerti a Stoccolma nella sua agenda, si è degnato – di passaggio – di ritirare il premio, con una cerimonia privata. Una cialtroneria dietro l’altra. Perché le cose si fanno 0 non si fanno. C’è chi ha rifiutato il Nobel! Limitandoci alla letteratura: nel 1958 Boris Pasternak, pressato dal Kgb; nel 1964 Jean- Paul Sartre. Nel 1925 – fu il primo – George Bernard Shaw, che lo rifiutò, poi lo accettò, infine rinunciò al denaro. Se Dylan avesse rifiutato, dicendo di non sentirsi meritevole, sarebbe stato un comportamento molto apprezzabile. Mentre dire che non poteva ritirare il premio (però accettandolo) perché non trovava il tempo è stata una volgarissima cafoneria. Mancanza di rispetto verso l’istituzione, menefreghismo divistico, egoistico. E la sgarbata telenovela continuerà. Infatti, entro il 10 giugno Dylan dovrà rispettare, 0 no, l’ultimo impegno: l’unica condizione richiesta per ritirare il Nobel in denaro (832.000 euro) è di tenere una lectio entro 6 mesi dalla cerimonia ufficiale. Cosa farà il menestrello? Insisterà nelle sue contraddizioni? In fondo, nei remoti anni 60 aveva scritto questi versi: «Ciò che posso fare è cantare una canzone, ciò che non posso è cantare una poesia».
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