Il caos sui compensi e il nuovo contratto spingono il conduttore a diventare produttore indipendente
Il primo big potrebbe andarsene. Fabio Fazio, il conduttore più pagato della Rai, un milione e 800mila euro all’anno, annuncia via twitter che si è rotto abbondantemente le scatole di come vanno le cose in Rai, che lui non ci sta a farsi abbassare lo stipendio visto quanti soldi fa guadagnare.
E lo fa con l’eleganza che lo contraddistingue. Scrivendo su twitter: «In una tv che cambia, bisogna assumersi responsabilità e nuovi rischi. D’ora in poi, ovunque sarà, vorrei essere produttore di me stesso…». Il suo contratto con la tv pubblica scade alla fine di questa stagione tv, maggio-giugno, e la conseguenza del suo ragionamento sarebbe non rinnovare. Insomma, Fabio non dice (giammai lo farebbe), che la sua decisione è legata in qualche modo alla confusione che regna nella Tv di Stato sulla questione dei compensi agli artisti. Anzi, il tweet lo fa nel giorno in cui si apre uno spiraglio da parte dell’Avvocatura dello Stato. Ma la cosa è lapalissiana. Il suo annuncio arriva a pochi giorni dalla scadenza cruciale: o entro metà aprile arriverà al Cda della Rai una risposta da parte del Governo con una indicazione precisa, oppure il tetto di 240.000 euro verrà applicato a tutti, anche conduttori, giornalisti vip e pure, probabilmente, attori delle fiction.
Una scelta, fatta dal Parlamento, che riguarda tutti i dipendenti delle aziende di Stato: peccato, però, che la Rai sia da sempre un’azienda ibrida, che vive di canone ma anche di mercato, attraverso la raccolta pubblicitaria. E, dunque, sul mercato gli artisti dovrebbero essere pagati per quel che valgono, per quanto fanno incassare in termini di ascolti e di pubblicità. E Fabio Fazio, al di là delle preferenze politiche, delle simpatie o meno che genera, al di là che sia il conduttore «politically correct» per antonomasia, aldilà della gestione molto oculata del suo patrimonio, aldilà del fatto che comunque quasi due milioni di euro sono veramente tanti, è senza dubbio un conduttore che ha un pubblico fedele che lo segue, che genera introiti pubblicitari e che, comunque, è un volto storico della tv di Stato. E, dunque, a pochi giorni dalle scadenze, fa capire che piuttosto che sottoporsi alle «follie» di politici e vertici aziendali che si rimpallano il problema senza assumersi responsabilità, preferisce gettarsi nel mare aperto del mercato. Insomma si prende lui stesso la responsabilità di vedere quanto il mercato lo valuta. Decide di lavorare in libertà offrendo il proprio volto e le proprie capacità a chi le vuole, oppure a chi offre di più, oppure garantisce la situazione editoriale più consona a lui.
Certo, Fazio non possiede una casa produttrice e, per quel possiamo conoscere di lui, difficilmente rischierebbe di crearne una, però potrà semplicemente co-produrre programmi per case di produzione già esistenti o per altre tv, da Mediaset a Sky a Discovery. O anche per la Rai medesima, continuando a condurre Che tempo che fa o Rischiatutto, ma da esterno…
La scelta è ampia, le reti sono aumentate a dismisura e le nuove (soprattutto quelle del gruppo Discovery, vedi l’acquisto di Crozza) sono a caccia di volti popolari. Certo, poi magari le sirene del «posto fisso» si faranno sentire e vedremo Fazio accasarsi di nuovo… Intanto il suo esempio potrebbe essere seguito da altri big come Antonella Clerici, Flavio Insinna (che si ritrova pure senza Affari tuoi), Carlo Conti e Massimo Giletti. Comunque, il tweet di Fazio non può che accelerare una risposta da parte del Ministero dell’Economia. Ieri l’Avvocatura dello Stato ha espresso dubbi sulla possibilità di applicare il tetto agli artisti, ma sempre di un parere si tratta. A esprimersi deve essere il Parlamento, con una modifica della legge (ormai i tempi non lo permettono più) o il Governo con una propria interpretazione.
Ma anche coloro che, sull’onda del populismo e dell’indignazione che solletica la gente comune, hanno creato questa confusione, ci stanno ripensando. «Giusto che ci sia, come auspica Carlo Freccero, un periodo di transizione prima di applicare il tetto dei 240mila euro agli artisti Rai», dice Roberto Fico, deputato M5S, movimento tra i più attivi nel calmierare stipendi e compensi. Insomma, alla fine, di risolverà tutto a tarallucci e vino. E Fazio magari si terrà entrambi.
Laura Rio, Il Giornale