«Ogni cosa arriva al momento giusto. Bisogna sapere aspettare. L’attesa sta nel non avere paura del tempo che passa». Esordisce così Amara, all’anagrafe Erika Mineo, parlandoci del suo nuovo disco Pace, all’indomani dall’esibizione sul palco di Sanremo con il brano che dà titolo all’album in duetto con Paolo Vallesi («con cui è stato un percorso naturale lavorare insieme») e dopo il successo di “Che sia benedetta”, la canzone che ha scritto per Fiorella Mannoia e arrivata seconda. «Scrivo per me e sono legata a esse in modo viscerale. Sono contenta del cammino di questa canzone. E Fiorella interprete perfetta».
Un disco di inediti che viaggia tra una produzione più odierna con elettronica e strumenti vintage, e altri come nel caso di Pace che hanno un’orchestrazione sinfonica. «È un disco intimo. Racchiude il significato dell’esistenza in sé. Sono contenta perché è un lavoro concluso nel tempo presente per un anno e mezzo di lavoro. E alla fine, mi sono resa conto della maturità personale e artistica che avevo acquisito». La composizione dei nove brani, la continua ricerca del suono, il fil rouge che è sempre il valore letterario dei temi trattati. «Noi siamo la nostra storia. Ogni cosa arriva nel momento giusto. La cosa bella è saper raccontare i sentimenti in musica. Ed essere consapevoli che c’è un tempo perfetto per ogni cosa».
La cantautrice toscana fa un viaggio interiore arrivando a percepire la maturità artistica. E ne è consapevole. «Sono una donna che ha raggiunto la pace dentro. Scrivere canzoni è una grande responsabilità. Tutto sta nel credere in quello che scrivi, sentire veramente in musica e nel significato delle parole ciò che vuoi comunicare». Un percorso umano prima di tutto. «Quello che prima era rabbia, diventa amore. La vera cura è stata l’auto guarigione, distaccarmi da ciò che non era vita. Dal timore di esprimermi e dal non farcela. Quando si prende consapevolezza che la vita è un dono meraviglioso, allora si è in grado di superare tutto. Perché la bellezza esiste davvero e la vita è un vero miracolo nel suo essere perfetta». Sono passati due anni da quando vince Area Sanremo e viene scelta da Carlo Conti a partecipare alla 65esima edizione del Festival di Sanremo con il brano “Credo” (terza classificata nelle Nuove Proposte e seconda sia al Premio della Critica “Mia Martini” e sia al Premio della Sala Stampa Radio- Tv-Web “Lucio Dalla). Nel disco anche un omaggio a Ivano Fossati per una “C’è tempo” rivisitata in chiave sinfonica e con il featuring di Simona Molinari («La sua partecipazione ha dato eleganza. Due estremi che coesistono perché la musica unisce», dice). E una “follia” che chiude il disco. È la “Filastrocca d’Amore” recitata da un bambino. «Sei consapevole di cosa stai facendo? Mi chiedevano le persone che hanno collaborato alla stesura. Ho voluto realizzare questa piccola follia, perché credo che non ci sia niente di più forte e di vero dell’insegnamento dato da un bambino. Sono loro i veri maestri di vita. Questa si chiama educazione all’amore». La aspetta un tour di instore in tutta Italia e poi quello dei concerti. «Vorremmo portare la musica ovunque. Nei teatri, nelle piazze, nei club».
IL MESSAGGERO