A tu per tu con lo youtuber più famoso d’Italia, che torna per la terza volta dietro il bancone della giuria
Frank Matano è un entusiasta, della vita e delle cose, ma soprattutto del suo lavoro. Ce lo conferma lui stesso, quando gli chiediamo se quello che vede da dietro il bancone di Italia’s Got Talent – di cui parte stasera, alle 21.15 su TV8, la terza edizione – ancora lo stupisce e lo diverte. D’altronde, è la terza volta consecutiva che il più famoso youtuber d’Italia fa parte della giuria del programma insieme a Claudio Bisio, Luciana Littizzetto e Nina Zilli. E sarebbe, quindi, normale, quasi fisiologico, un calo di entusiasmo.
Invece niente: «Le performance sono ancora più fighe di quelle delle volte prima, è l’anno in cui forse mi sono divertito di più».
Suona un po’ come quando a X Factor ogni anno Alessandro Cattelan parla della giuria migliore di sempre.
«In effetti, lo spero, che l’anno prossimo sia ancora migliore di questo».
La giuria, però, resta sempre la stessa.
«Sì, ma adesso siamo molto più rodati, ci conosciamo meglio. E, di conseguenza, ci divertiamo e divertiamo anche di più».
Con loro che rapporto ha?
«Ottimo, li ho visti tutti molte volte in quest’anno. Con Luciana ho un legame speciale, l’ho aiutata a presentare il suo libro a Torino al Circolo dei lettori. Anche se è Claudio quello con cui ho passato più tempo in generale e con cui sono più legato».
Ha esordito su YouTube, quando ancora fare lo youtuber non andava di moda. Cosa la spingeva a caricare video?
«La noia. Vengo da un paese piccolo (Carinola, 8 mila abitanti, in provincia di Caserta, ndr), non c’era molto da fare e quindi facevo scherzi telefonici. Il resto è stato casuale, i primi video li ho caricati solo perché volevo li vedessero i miei amici».
Perché hanno avuto così successo? Se l’è mai chiesto?
«Non lo so di preciso, anche se c’ho pensato tanto. Mi viene da dire che forse è il mio entusiasmo che fa stare bene le persone, la mia voglia di essere stupido e di far ridere. Avevo 18 anni, ero molto genuino nei miei video».
Allora che sognava?
«Come tutti mi vergognavo dei miei sogni perché – in quanto sogni – erano difficili da raggiungere. A chi me lo chiedeva, non rispondevo che mi sarebbe piaciuto fare cinema o televisione, lo trovavo proprio ridicolo. Oltre che decisamente improbabile».
Eppure c’è riuscito. Il passaggio dal web alla tv (e poi al cinema) è stato indolore?
«No, continua a essere doloroso. Partivo dal web che, nella maggior parte dei casi, non è per niente strutturato e mi sono ritrovato in posti che lo erano, invece, molto. Qui, ho incontrato dei mostri sacri verso cui sentivo un profondo senso di inadeguatezza».
Poi l’inadeguatezza è passata?
«Per niente, continuo a sentirla. In realtà, non so se passerà mai e non so neppure se voglio che passi».
Questi mostri sacri come l’hanno accolta?
«Tutti con grande curiosità e generosità, non ho mai avuto problemi. A 20 anni sono arrivato alle Iene, dove ricevevo e prendevo consigli da ogni parte. Sono convinto di aver potuto imparare tante cose perché la gente ha avuto la voglia di dirmele».
Nessun pregiudizio sulla sua provenienza web?
«No, è più una cosa che sente il pubblico o una parte del pubblico. Mi rendo conto che si tratti di una stranezza che può sfociare in un pregiudizio, legittimo tra l’altro».
Mai ricevuto critiche simili a quelle ricevute da Greta Menchi a Sanremo?
«No, ma Sanremo è una vetrina talmente grande che è un po’ come un lancio di una monetina, può andarti bene come può andarti male. È rischioso, io non ho mai fatto una cosa così grande».
Crede, quindi, che abbia fatto il famoso passo più lungo della gamba?
«No, assolutamente. Qualsiasi ragazza con quel sogno, al suo posto, avrebbe risposto nello stesso modo a quell’invito».
Quando vedremo lei sul palco dell’Ariston?
«Boh, io sono terrorizzato da quella cosa lì, ho paura di tutte quelle persone che mi guardano».
C’è un filo conduttore nel suo percorso artistico?
«Tra Le Iene e la sua successiva presentazione sì, sicuramente. Ci sono rimasto per sei anni, con la redazione ci conosciamo e ci vogliamo bene. Il cinema, invece, è arrivato per caso. Sono stato fortunato».
E Italia’s Got Talent?
«È uno dei programma più fighi della tv. Se non avete un cuore da diavolo, vi piacerà per forza»
di Andrea Cominetti, La Stampa