Sette magnifici film per festeggiare San Valentino
Tutti gli innamorati del mondo il giorno di San Valentino guardano alla loro storia come a quella più bella del mondo. Ma in ciascuno resta la memoria di una passione “bigger than life“, talmente grande, smagliante, memorabile da sovrapporsi a uno di quei racconti da film di cui si sono nutriti andando al cinema, leggendo romanzi, fantasticando a occhi aperti a partire dalle favole ascoltate da bambini. Ecco quindi una, molto personale e molto soggettiva, classifica dei più grandi film d’amore da mettere domani nella propria cineteca ideale.
CASABLANCA di Michael Curtiz (1942) con Humphrey Bogart e Ingrid Bergman. Sullo sfondo dell’Africa francese controllata dai nazisti, in piena guerra mondiale, si intrecciano addirittura tre storie d’amore che hanno per perno il solo apparentemente cinico Rick Blaine, americano apolide, titolare dell’omonimo bar in Marocco. Dal suo passato, risorge la travolgente passione per la norvegese Ilsa Lund di cui si era innamorato a Parigi prima dell’arrivo dei soldati tedeschi. L’amore dei due è irresistibile ma passa per la dura scelta di Ilsa di separarsi dal marito (il cecko Laszlo, ricercato dai nazisti) che a sua volta la ama tanto da voler rinunciare a lei pur di vederla felice. E c’è anche un altro amore, chiamato amicizia, che legherà per sempre Rick con il poliziotto francese Renault. Finale con un briciolo di speranza ma in cui sull’amore trionfa la fedeltà coniugale. Un film mitico che anche oggi fa commuovere perfino i duri di cuore.
IL DOTTO ZIVAGO di David Lean ( 1965) con Omar Sharif e Julie Christie. Sullo sfondo della Russia dilaniata dalla guerra civile e dalla Rivoluzione d’ottobre si cercano e si amano contro il destino segnato dalla sorte il medico Jurij e la bellissima Lara Antipova. Anche in questo caso l’ombra del fallimento accompagna i due amanti per tutta la durata della saga che è anche grande affresco storico, ma basta il tema musicale di Maurice Jarre per far commuovere. Prodotto dall’italiano Carlo Ponti, il film si è tratto dal romanzo del premio Nobel Boris Pasternak e si portò a casa 5 Oscar che non rendono gloria alla magistrale regia di David Lean, premiando appunto la musica e i valori tecnici.
TITANIC di James Cameron (1997) con Leonardo Di Caprio e Kate Winslet. E l’anziana Rose De Witt a raccontare in flash back la storia di un amore più forte della vita nel pieno di una catastrofe (l’affondamento del celebre transatlantico) che la legò per troppo pochi giorni al giovane Jack Dawson, emigrante senza paura che ha vinto la traversata giocandosela a pocker. Anche in questo caso l’unione tra affresco storico e passione senza confini funziona a meraviglia e James Cameron firmò un monumento al cinema-cinema premiato con ben 11 Oscar.
GHOST di Jerry Zucker (1990) con Patrick Swayze e Demi Moore. In una singolarissima combinazione di thriller e love story para-normale, fu il film della vita sia per il regista che per gli interpreti. L’amore in questo caso vince anche le leggi della vita e della morte giacché lo sfortunato Sam, vittima involontaria di una rapina, si ritrova a vegliare da fantasma sulla sua amatissima Molly. Molti di quelli che amano questa storia ricordano a stento l’intreccio poliziesco e perfino gli intereventi della sensitiva Oda, ma non scordano la passione con cui i due innamorati si cercano anche oltre la vita. Dei due Oscar vinti, quello più ricordato va alla non protagonista Whoopi Goldberg.
PRETTY WOMAN di Garry Marshall (1990) con Richard Gere e Julia Roberts. Dopo lutti e catastrofi ecco finalmente una storia d’amore col passo della fiaba, una rivisitazione a metà della storia di Cenerentola e del lieto fine di “My Fair Lady”. Lei è una prostituta dal cuore d’oro (Vivian Ward), lui un miliardario dal cuore di pietra (Edward Lewis). Una settimana passata insieme, legati da una simpatia istintiva e dalla necessità di lui di accompagnarsi a una bella ragazza negli incontri di lavoro, farà il miracolo: il brutto anatroccolo si rivelerà un cigno e il cinico affarista perderà la testa per lei. Per Richard Gere si trattò di una conferma come seduttore dello schermo, ma per la semi-sconosciuta Julia Roberts fu il passo decisivo verso il successo con la nomination all’Oscar.
DIRTY DANCING di Emile Ardolino (1987) con Patrick Swayze e Jennifer Gray. In questa rievocazione dell’america puritana degli anni ’50 non contano tanto i personaggi, anche meno gli attori e la regia (solo corretta), bensì le musiche e la magia del ballo che finisce a trascinare lo spettatore in un vortice di emozioni nella storia d’amore tra una timida vacanziera e un animatore di villaggio che le insegnerà a ballare, ad amare, ad avere rispetto per chi è diverso da te. Sono passati più di 30 anni ma quelle canzoni fanno battere il cuore anche agli adolescenti di oggi.
I SEGRETI DI BROKEBACK MOUNTAINS di Ang Lee (2005) con Heath Ledger e Jake Gyllenhaal. Si finisce nuovamente col dramma ma sarebbe impossibile lasciare fuori classifica la più appassionante storia d’amore tra uomini, anzi cowboys) del nuovo secolo, monumento a un tabù americano infranto e struggente verità nei sentimenti di due uomini che non possono dichiararsi al mondo. Tre Oscar (su otto nomination) e un vero successo di pubblico in tutto il mondo sancirono la fine di un pregiudizio sessista che oggi sembra già lontano nel tempo.A questa classifica mancano certamente la love story più luttuosa di sempre (LOVE STORY di Arthur Hiller (1970) dal best seller di Erich Segal (con Ali McGraw e Ryan O’Neal) e la passione più romantica di sempre (VIA COL VENTO di Victor Fleming con Clark Gable e Vivien Leigh), ma manca soprattutto un genere, la commedia romantica, che ha fatto la fortuna del cinema americano e di attrici come Julia Roberts o Meg Ryan. A testimonianza va almeno ricordato il coloratissimo QUATTRO MATRIMONI E UN FUNERALE dell’inglese Mike Newell che fece la fortuna di Hugh Grant.
ANSA