(Tiziano Rapanà) Il bello delle donne… alcuni anni dopo si è rivelato un pessimo affare. I motivi principali della débâcle sono tanti. Innanzitutto si è trattato di un telefilm malriuscito che non è stato all’altezza dell’originale, perché sono mancate le storie emozionanti tenute in piedi da un grande cast e da una regia elegante e funzionale realizzata da nomi importanti, quali Giovanni Soldati e Maurizio Ponzi. Sono mancati gli attori originali, che tanto affetto hanno dato al telespettatore. E soprattutto è stato scelto un regista tecnicamente ineccepibile, ma inadatto alla commedia (Eros Puglielli è un buon direttore di thriller – vedi il notevolissimo Occhi di cristallo -, indubbiamente a suo agio nella costruzione di atmosfere fosche). E per ultimo, si è deciso di realizzare il prodotto dopo uno stop di 14 anni, con un insensato rientro d’emblée che non ha avuto una vera spinta di carattere nostalgico da parte del pubblico. In soldoni, si è trattato di un altro sequel non richiesto alla maniera di Torno a vivere da solo di Jerry Calà, che con lo sceneggiato ha condiviso lo stesso infausto destino portatore d’insuccesso.
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