È in atto un ripensamento complessivo delle attività digitali di Mediaset. Per esempio, se Rai ha Raiplay e Discovery ha Dplay, per il Biscione lo streaming online dei contenuti è un po’ più confuso, «e infatti lavoreremo al rifacimento della nostra piattaforma, mediaset.it, e nel corso del 2017 usciremo con un nostro nuovo prodotto», assicura Pier Paolo Cervi, chief digital officer dell’area digital di Mediaset.
L’ingresso nella piattaforma Studio 71, poi, rappresenta un nuovo approccio al web: «Diciamo che ci rifacciamo al dna generalista e free di Mediaset. Nel mercato futuro il web e la tv tenderanno a convergere, e l’oggetto video free sarà il traino di quella convergenza. Lo streaming a pagamento, invece, perlomeno in Italia, è un mercato poco sviluppato».
Si lavora, quindi, sulla distribuzione attraverso una propria piattaforma che sarà rinnovata, come detto, nel corso dell’anno; poi su Youtube, con l’operazione Studio 71; «e stiamo sviluppando iniziative anche su Facebook e Messenger». Sono mercati, quello di Youtube e di Facebook, che già ora valgono 7-800 milioni di euro in Italia, «che entro 4-5 anni cresceranno tantissimo, con parte di quei ricavi che sarà retrocessa a chi produce e distribuisce i contenuti. C’è, quindi, un grande potenziale».
Ma sulla piattaforma Studio 71 andranno anche format della tv generalista di Mediaset? «È una cosa da valutare», risponde Cervi, «diciamo che in parte lo faremo, ma i modi e i tempi sono tutti da valutare».
Infine, un accenno a Blasteem, società italiana controllata al 40% da Mediaset e che si occupa di web star: «Sicuramente ci saranno sinergie tra Studio 71 Italia e Blasteem. Diciamo, però», conclude Cervi, «che Studio 71 arriva alla gestione dei web talent partendo dalla gestione pubblicitaria e dalla monetizzazione dei contenuti su Youtube, mentre Blasteem parte più da un approccio editoriale, di produzione e gestione dei contenuti delle web star. Comunque faremo di sicuro cose insieme».
ItaliaOggi