GWYNETH PALTROW: «LE RUGHE, CHE BENEDIZIONE»

GWYNETH PALTROW: «LE RUGHE, CHE BENEDIZIONE»

Di nuovo innamorata (del produttore Brad Falchuk), l’attrice parla di che cosa significa per una donna bella invecchiare. E sull’ex e padre dei suoi figli, Chris Martin: «Si prenderebbe ancora un proiettile per me, anche se non sono più sua moglie»

gwyneth-paltrowA volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane», diceva Italo Calvino. Non esiste frase più vera per Gwyneth Paltrow, attrice di Hollywood che in una lunga intervista rilasciata al magazine People, ha dichiarato di sentirsi molto più bella e sicura a quarantaquattro anni rispetto che a venti.
«Ho le rughe e i capelli grigi, ma sinceramente li amo. Questa è ciò che sono», così Gwyneth – – di nuovo innamorata, del produttore Brad Falchuk – parla dei naturali segni del tempo presenti sulla sua pelle. «Ho attraversato alti e bassi nella mia vita. Mi sento così benedetta ad avere delle rughe che possano raccontare la mia storia. Non vorrei mai cancellarle dal mio volto e non sogno di fare un viaggio indietro nel tempo».
Gwyneth ha ammesso di essere stata un pasticcio durante i suoi vent’anni, decennio segnato da celebri pellicole di successo e da un premio Oscar vinto con il film Shakespeare in Love, e di aver iniziato ad amarsi incondizionatamente verso i quarant’anni, traguardo festeggiato con la condivisione di un selfie tutto al naturale.
«Penso che lo scorrere del tempo sia incredibilmente sexy. Credo davvero che quando una donna festeggia quarant’anni faccia un aggiornamento del software».
Per la star la ricerca della felicità non è racchiusa solo nel tempo che passa, ma risiede soprattutto nell’amore delle persone che la circondano. Nonostante la fine del suo matrimonio con Chris Martin, Gwyneth è rimasta molto legata all’ex marito: «Onestamente credo che Chris e io abbiamo portato qualcosa di positivo nella cultura del divorzio», ha raccontato al giornale InStyle. «Lui si prenderebbe ancora un proiettile per me, anche se non sono più sua moglie».

Azzurra Digiovanni, Vanity Fair

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