FEDERICA PELLEGRINI: “IL MIO NATALE CHIUSA IN CASA IN FUGA DAI PAPARAZZI. RISPETTO A RIO SONO UN’ALTRA”

FEDERICA PELLEGRINI: “IL MIO NATALE CHIUSA IN CASA IN FUGA DAI PAPARAZZI. RISPETTO A RIO SONO UN’ALTRA”

La regina del nuoto: “Magnini? Questione privata, risolveremo tra noi. Volevo cambiare ritmo e prendermi un cane. Progetto archiviato”

federica-pellegriniùPer Federica Pellegrini il 2016 doveva essere risolutivo: fine carriera o quasi, tempo di pensare alla famiglia o quasi. Dopo 13 anni di nuoto assoluto programmava un’altra esistenza, ma come dice lei: «La vita ti stravolge sempre».

Il suo 2016 in tre parole.
«Sorprendente, nel bene e nel male. Poi, costante: per certi magari è una parola noiosa, per me, e per lo sport, è vitale. E per chiudere sereno. A parte quest’ultimo periodo. Un delirio».

Le va di raccontarcelo?
«Avevo messo in conto la curiosità intorno alla mia vita privata, la mia storia con Magnini è sempre stata sotto i riflettori quindi era ovvio che anche in questa fase delicata avrei subito interferenze, però tanta morbosità mi lascia senza parole».

La situazione più assurda?
«Mi sono trovata un fotografo nel bagno di un ristorante. L’ho guardato come fosse un extraterrestre e sono riuscita a dirgli solo: “Se ti sembra normale”. Eppure pare che valga tutto. Spiarti, pedinarti, ho persino rinunciato ad alcune cene di auguri per paura che mi affibbiassero un nuovo fidanzato. Basta stare seduta vicino a un uomo per scatenare il finimondo».

Quindi che fa, gira con barba e baffi?
«Sono rimasta chiusa in casa quattro giorni. Con le tende tirate. Ora parto. Non mi aspettavo che il gossip in Italia avesse queste derive maniacali».

L’etichetta «pausa di riflessione» le sta bene?
«Guardi, nessuna etichetta è buona ora come ora. È una questione privata e io e Filippo la risolveremo tra noi».

Se le chiedessi con chi va in vacanza?
«Mi atterrei alla risposta “con la famiglia”».

Non sembra troppo sincera, passiamo ad altro. Se la pausa di riflessione diventa permanente riuscirà ad allenarsi con un ex?
«No, non so… Sarebbe davvero difficile, comunque è ancora presto per pensarci e preferirei non discuterne adesso».

Che cosa è cambiato dalla foto in cui guardava l’orizzonte dal balcone di Rio, dopo la delusione ai Giochi?
«Tutto, io e quella ragazza malinconica siamo il giorno e la notte. Per diversi motivi, professionali e privati. Mi sento un’altra persona, con altri sentimenti, però sono la stessa nuotatrice. Quella che quest’anno ha vinto un altro titolo europeo e un oro mondiale in vasca corta che mancava. Ne vado fiera».

Nella notte del quarto posto, in Brasile, cosa ha fatto esattamente? Ha tirato pugni al muro, urlato…
«Ho pianificato il ritorno, volevo mollare tutto, comprare dei biglietti e partire. Senza saluti o spiegazioni. Ho passato metà notte a cercare il modo per scappare e l’altra metà a parlare con i miei genitori. Mi hanno fatta rinsavire».

Dicendole cosa?
«Quello che sapevo già. Ero la portabandiera e sarebbe stato idiota sparire. Non me lo sarei mai perdonato, la realtà è che i miei erano sicuri che non avrei mai fatto quell’errore: mi hanno pazientemente messo davanti alla realtà».

E l’hanno aiutata anche a scegliere che cosa fare dopo?
«No, a un certo punto li ho informati che avrei continuato a nuotare e ne sono stati felici. Voglio un’uscita diversa».

Quattro anni però sono lunghi.
«Infatti, per me c’è solo la stagione che comincia dopo queste vacanze. Affronto un anno alla volta e se arrivo così fino al 2020 vediamo, ma non sono tanto ingenua da pensare sia automatico. Vista da qui, in realtà, un’altra Olimpiade mi pare un miracolo… Chissà, a volte i miracoli succedono».

Ha pensato a come si poteva rinuotare quella finale per arrivare sul podio?
«Sarebbe più facile dire che c’era un modo. E l’ho cercato, ovvio: ho rivisto la gara cieca, tutte le più forti dall’altro lato della vasca, nessuna tattica possibile. Sì, poi però sono troppo razionale per non sapere che le sensazioni erano pessime, che era la sera sbagliata. Il mio fisico non era al cento per cento».

Se i Giochi si fossero chiusi con un’altra medaglia starebbe ancora nuotando?
«Sì, di certo. Avrei probabilmente fatto programmi diversi, accantonato i 200 stile libero, assaggiato la velocità pura, ma ora so che non sarei uscita dall’acqua».

Che fine ha fatto la Pellegrini che voleva dei figli?
«Sta ancora lì, solo che credo si possa aspettare un altro po’. Avere una famiglia mia è sempre la priorità, in questo momento non è un’urgenza».

L’anno scorso diceva che nuotare era sempre meraviglioso ma non ne poteva più dei ritiri, della vita di gruppo… Ritratta?
«Ho un ruolo diverso adesso, nell’ultimo collegiale ero la più vecchia, so prendermi i miei spazi e nel contempo mi sento una sorta di madrina. E poi credevo che sarebbero venute a mancare le motivazioni e invece purtroppo o per fortuna sono vivissime».

Un altro anno senza distrazioni. Con medaglia che avrebbe fatto?
«Volevo prendere un cagnolino, con tutti questi ritiri non sarò mai a casa. Archiviato».

Lei è la portabandiera di una generazione che in realtà si vede spesso costretta a lasciare l’Italia.
«Fa male dirlo però è così. Il fenomeno tocca intere famiglie ormai, non più solo giovani costretti a trasferirsi».

Siamo tornati un popolo di emigranti?
«Lo dicono i numeri e le storie che si sentono. Gente che qui non vede futuro. Una situazione che mette una tristezza indicibile».

Lei si immagina di vivere altrove?
«No, sono scelte radicali spesso dettate dalla necessità e sono fortunata a poter decidere di restare se mi va, ma ho anche imparato che escludere delle opzioni è da folli. Continuano a succedere cose incredibili che mi stravolgono la vita».

Quindi anche il 2017 sarà sorprendente?
«Se devo replicare una parola del 2016 preferirei fosse sereno, mi creda. E ora vado a depistare il prossimo paparazzo. Buon anno».

Giulia Zonca, La Stampa

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