Ed è pronto ad averlo «anche da solo». Il cantante racconta la sua nuova vita a Los Angeles, in contemporanea con l’uscita del nuovo album di inediti, già disco di platino in soli 7 giorni
«Se sono in America è anche perché voglio un figlio, e lo voglio anche da solo». Così Tiziano Ferro racconta a Vanity Fair – che lo mette in copertina nel numero in edicola da mercoledì 21 dicembre, in occasione dell’uscita del suo album di inediti (a 5 anni dal precedente) Il mestiere della vita, disco di platino in appena 7 giorni – la sua nuova vita a Los Angeles, dove ha passato quest’anno. Proprio sulle pagine del settimanale aveva pubblicamente dichiarato la sua omosessualità, nel 2010, e in questa intervista parla, tra le altre cose, della sua situazione sentimentale e del sogno di paternità.
Ha un compagno ora?
«No. Appena fatto coming out mi sono fidanzato, e sono rimasto in coppia quattro anni. Il giorno in cui è finita, mi sono seduto al tavolo e in mezz’ora ho scritto “Solo” è solo una parola, che è anche la canzone che amo di più di tutto l’album. Non succede mai che abbia un brano preferito, ma questa volta sì. Nel mio primo lungo periodo da solo ho avuto un’ansia tremenda: dovevo ritornare dentro una coppia».
Ma subito? Senza nemmeno divertirsi un po’?
«Non sono capace, sono impacciato, non mi interessa. Le ha sentite le mie canzoni? Ecco».
Va bene, quindi voleva un fidanzato.
«Ossessivamente. Quello mi fa ridere? Perfetto! Quell’altro ama la musica? È lui! E poi nessuno durava più di un mese. Allora mi sono detto: non è che forse devi stare un po’ da solo? E così ho fatto, e sono stato molto bene».
Gli americani le piacciono?
«Non ne ho mai frequentato uno. C’è questa perfezione fisica che un pochino mi spaventa: le pance piatte, i denti bianchissimi, il botox. Io forse cerco qualcosa di più normale, sia fuori che dentro».
Il figlio che sogna da tanto, lo vorrebbe anche da solo?
«Sono in America anche per questo. Frequento incontri per aspiranti genitori e mi sono reso conto che c’è molta razionalità da mettere in questo progetto, lo slancio non basta. Diciamo che se il cuore riesce a superare la quantità di burocrazia richiesta, allora il figlio lo vuoi per davvero. Comunque sì, per rispondere alla sua domanda, un bambino lo vorrei anche se sono solo. Spero però di trovare una persona con cui condividere questo sogno. Ma se poi incontro qualcuno che figli non ne vuole? (…) Io rispetto le opinioni di tutti, se una persona non desidera figli è libero di fare le sue scelte. Soltanto credo che su certe cose importanti si debba essere d’accordo in una coppia. Vedremo, insomma. Ma sono sicuro che qualsiasi cosa succederà, lo dirò a Vanity Fair, ormai è una tradizione».
Che cosa si fa in California a Natale?
«Non lo so, io torno a casa. In tutti questi anni non c’è stato un Natale in cui io non sia tornato dai miei genitori e mio fratello, nella casa in cui siamo cresciuti. Ricordo i primi Natali di Flavio, che ha undici anni meno di me, la sua gioia, quando apriva i regali e chiedeva: ma come fa Babbo Natale a sapere che volevo proprio questo? Pagherei per vedere ancora tanta felicità negli occhi di qualcuno».
Vanity Fair