“La Rai è Servizio Pubblico quando sa dare notizie scomode”. Il consigliere Rai Carlo Freccero sta per iniziare la sua analisi sulla proposta del direttore dell’Offerta Informativa Carlo Verdelli, ricevuta “solo ieri sera” ma ha le idee già molto chiare su quello che serve a Viale Mazzini per tornare ad essere centrale dal punto di vista dell’informazione.
“Siamo ormai in tempo di campagna elettorale perpetua – dice all’Adnkronos Freccero – Se non ci sono elezioni ci sarà il referendum sul Jobs Act. L’informazione diventa, quindi, sempre più centrale nella tv generalista. E questo, mentre intervengono fatti nuovi che richiedono provvedimenti urgentissimi come quello della Gruber che alcune volte supera il Tg2. Un elemento da prendere in considerazione e che non esige una discussione generica ma risposte immediate”.
“Non solo. Durante il referendum – sottolinea Freccero – la Rai è stata accusata di una presenza labile rispetto al mondo informativo sia sotto l’aspetto delle all news che della rete. Rete dove oramai c’è un’altra agenda setting, il che equivale a dire che si rendono notiziabili cose di cui i canali generalisti non si occupano più. In sostanza – secondo il consigliere – serve discontinuità con l’informazione tradizionale”.
Più in particolare, osserva Freccero, “di fronte a un’offerta multipla e varia, solo un’informazione credibile contrapposta agli interessi privati di grandi gruppi editoriali giustifica il Servizio Pubblico. E per fare questa informazione credibile occorre uscire fuori dalla sottomissione a quella che – scandisce – io definisco la governabilità per cui non si possono dare notizie scomode, né si può andare contro il potere”.
Insomma per Freccero “la tv generalista deve ritrovare il suo Dna, non può diventare un’agenzia di stampa, non può trasformarsi in una all news, con una informazione impersonale, asettica. Il Tg che meglio ha saputo interpretare queste cose è stato ‘Tg2 Studio Aperto’ che tra le altre cose seguiva tutta le vicende del terrorismo con l’approfondimento, a differenza del Tg1″.
“La tv generalista – è l’analisi di Freccero – lavora sulla memoria. Il suo core business è la nostalgia-memoria ed è per questo che l’informazione impersonale banalizza l’informazione in sé. Cosa occorre recuperare? Tutti i momenti di rottura che hanno aperto il varco alla libertà di espressione, come accadde appunto con Tg2 Studio Aperto”. E poi, tira le conclusioni Freccero, “questa idea di una unica notizia che corrisponde al pensiero unico declinato con monotonia fa sì che l’informazione Rai non incida più e sia diventata come l’archeologia del Tg1, il bianco e nero del Tg1 prima della riforma”.
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