L’anticipazione della prossima copertina del settimanale, in edicola da domenica con un servizio sul piano della tv di stato per il rilancio, mette sul piede di guerra il cdr dei giornalisti della testata del secondo canale. E anche nel cda non mancano i malumori
L’articolo non è ancora in edicola, ma le prime reazioni sono già arrivate. Il piano segreto di rilancio della Rai, a cui l’Espresso dedica la prossima copertina e che online è stato anticipato in alcune parti , mette sul piede di guerra i giornalisti.
Il comitato di redazione del Tg2 chiede infatti all’azienda di smentire il trasferimento a Milano della testata, come rivelato dall’anticipazione del nostro scoop in edicola da domenica. «Il Cdr del Tg2 chiede all’azienda l’immediata smentita delle notizie anticipate dal settimanale Espresso secondo cui il piano editoriale per l’informazione messo a punto dal direttore Carlo Verdelli prevede il trasferimento a Milano del Tg2», spiega una nota: «Un piano che rispolvera un progetto già accantonato più di 10 anni fa e che dietro alla solita retorica delle “scelte coraggiose” e dell'”innovazione” nasconde la volontà di smantellare una testata storica del servizio pubblico».
L’intenzione della dirigenza della tv di stato sarebbe, secondo i giornalisti, indebolire il telegiornale del secondo canale. «L’attacco al Tg2 è partito nei mesi scorsi con la chiusura dell’edizione notturna e la riduzione di quella pomeridiana», continua la nota: «Una decisione che riteniamo sbagliata. Per questo è la redazione del Tg2 che chiede all’Azienda di fare un passo coraggioso: ripristinare al più presto gli spazi informativi tagliati».
A non aver preso bene la pubblicazione del piano è anche Franco Siddi, consigliere di amministrazione della tv di Stato, che lamenta le scarse comunicazioni del vertice aziendale: «Le anticipazioni dell’Espresso non sono solo un “buco” per la stampa italiana ma anche per l’intero consiglio di amministrazione, che ancora non conosce il piano per l’informazione. Io cado dalle nuvole. E ciascuno si prenda la sua responsabilità».
Il piano segreto della Rai in esclusiva sull’Espresso
Sul nostro giornale in edicola domenica un documento che per la prima volta illustra senza reticenze lo stato dell’informazione nella tv pubblica e le drastiche soluzioni individuate per renderla più competitiva
A pochi giorni dal referendum istituzionale, in un clima di generale incertezza che tocca i palazzi della politica e dei media, emerge dalla Rai un documento che per la prima volta illustra senza reticenze lo stato dell’informazione nella tv pubblica e le strategie per trasformarla in una struttura più competitiva.
Il progetto, realizzato dal direttore editoriale per l’offerta informativa Carlo Verdelli, si chiama “Piano editoriale per l’informazione Rai”, ed è ora al vaglio del direttore generale Antonio Campo Dall’Orto. Un volume di circa sessanta pagine, con vari allegati, che “l’Espresso” pubblica in esclusiva domenica 27 novembre.
Nell’articolo titolato “Il piano segreto per salvare la Rai” e firmato da Riccardo Bocca, si trovano tutti i dettagli di una rivoluzione che, se avallata dai vertici, toccherà telegiornali, testate storiche, sedi regionali, radio e web, incidendo in modo radicale sul sistema della comunicazione di viale Mazzini.
L’anticipazione della prossima copertina del settimanale, in edicola da domenica con un servizio sul piano della tv di stato per il rilancio, mette sul piede di guerra il cdr dei giornalisti della testata del secondo canale. E anche nel cda non mancano i malumori
«I tempi», scrive Carlo Verdelli, «non stanno cambiando: i tempi sono già cambiati. L’informazione Rai, no». E quindi spiega che «servono scelte coraggiose, e servono adesso, nei prossimi due anni, perché dopo potrebbe essere troppo tardi».
Un cambio di passo che tra fusioni, newsroom, creazione di macro-aree e nuove testate, include lo spostamento del Tg2 a Milano, dove «pur restando nazionale e generalista, avrà un’identità che si riallaccia a quella sua storica di telegiornale laico, moderno e anche sperimentale».
Riccardo Bocca
Rai, la rabbia di Gasparri: «L’Espresso ha fatto solo il suo lavoro, ora dimissioni dei colpevoli»
Il commento del senatore forzista «Qualcuno avrà pur fornito quelle carte: un comportamento vergognoso, Verdelli, Merlo e Campo Dall’Orto farebbero bene a dimettersi». E dopo le proteste dei giornalisti del Tg2 si sollevano anche i membri del consiglio di amministrazione lasciati all’oscuro del documento rivelato dal nostro settimanale in edicola da domenica e il componente della Viglilanza Margiotta (Pd)
Dopo i giornalisti, è il turno dei consiglieri di amministrazione e dei senatori. A proposito della pubblicazione del piano segreto della Rai , servizio di copertina dell’Espresso in edicola da 27 novembre, Maurizio Gasparri (FI) non usa mezzi termini: «L’indagine interna sulla fuga di notizie relativa al piano per l’informazione è ridicola. Meritano una denuncia in sede penale coloro che sapevano dell’esistenza del piano e hanno permesso che questo segreto fosse rivelato». Dopo aver giudicato “vergognoso” il comportamento dei vertici Rai Gasparri ha rincarato la dose: «L’Espresso ha solo fatto il suo mestiere pubblicando una notizia. Ma qualcuno deve aver fornito queste carte e svelato i contenuti di un documento senza che il Cda sapesse nulla e men che meno la Vigilanza. I colpevoli, quindi, sono noti e si chiamano Campo Dall’Orto e Verdelli. E la prova è l’intervista che lo stesso dg ha rilasciato una settimana fa proprio al settimanale L’Espresso. Il piano per l’offerta informativa è partito male e finirà peggio. Verdelli, Merlo e Campo Dall’Orto farebbero bene a dimettersi prima di essere cacciati come inevitabilmente accadrà».
L’esclusiva del nostro settimanale, parzialmente anticipata online , ha fatto infuriare per primi il comitato di redazione del telegiornale del seconda rete , che ha chiesto una smentita ufficiale sulla possibilità (inclusa nel piano) di un trasferimento a Milano della redazione.
Le nuove critiche al “piano Verdelli”, e soprattutto al modo in cui è diventato di dominio publico, arrivano invece dai consiglieri di amministrazione di viale Mazzini.
«Il metodo mi sembra allucinante, il cda è stato totalmente bypassato», dichiara all’Ansa il consigliere Arturo Diaconale: «Serve una riflessione di carattere generale: l’azienda è stata riformata da una legge che ha attribuito tutti i poteri alla direzione generale, di fatto trasformando il capo azienda in amministratore delegato. Ora ci troviamo di fronte a vicende che creano un problema di responsabilità oggettiva di chi detiene il potere: non sto parlando delle persone, ma del funzionamento della legge. Credo che sia una questione da sollevare in cda».
Sui punti fino a ora emersi del piano, il giudizio non è meno critico: «Mi sembra complicato fare una riflessione sul merito che è ancora ignoto, a parte anticipazioni generiche, anche se penso che l’idea di spostare il Tg2 a Milano sia un po’ datata e rischi di innescare un meccanismo che Cavour aveva previsto quando pose come condizione il ruolo di Roma come capitale d’Italia. Insomma se ne poteva fare a meno, ma per fare un discorso serio – ribadisce – è necessario vedere il piano nella sua interezza».
Già giovedì sera una pesante critica ai vertici dell’azienda e alla loro scelta di mantenere la segretezza sul documento era arrivata dal consigliere Franco Siddi: «Le anticipazioni dell’Espresso non sono solo un buco per la stampa italiana ma anche per l’intero consiglio di amministrazione, che ancora non conosce il piano per l’informazione. Io cado dalle nuvole. E ciascuno si prenda la sua responsabilità».
Dopo il cdr del Tg2, interviene anche il sindacato interno dei giornalisti Usigrai, che parla esplicitamente di un regolamento di conti interno all’azienda: «Il futuro della Rai vittima di regolamenti di conti interni all’azienda. Non c’è altra spiegazione per il fatto di vedere un ipotetico piano di riforma editoriale che finisce pubblicato integralmente sui giornali prima ancora di approdare sul tavolo del CdA. È un fatto senza precedenti. Che quindi non merita neanche commenti».
Reazioni anche dal senatore Salvatore Margiotta del Pd: «In Rai ormai tutto è possibile: il tanto atteso, e più volte sollecitato da alcuni componenti della commissione di Vigilanza, piano editoriale per l’informazione del direttore Carlo Verdelli, delicato e strategico, giaceva sulla scrivania del direttore da diverse settimane, e viene a conoscenza dei giornalisti dell’ Espresso prima di essere presentato, discusso e approvato dai consiglieri di amministrazione, ignari fino a ieri».
Margiotta, componente della Vigilanza, fa notare con quali parole il settimanale Espresso abbia annunciato l’esclusiva: «A pochi giorni dal referendum istituzionale, in un clima di generale incertezza che tocca i palazzi della politica e dei media, emerge dalla Rai un documento che per la prima volta illustra senza reticenze lo stato dell’informazione nella tv pubblica e le strategie per trasformarla in una struttura più competitiva». «Si rimane sconcertati – commenta Margiotta – la forma è sostanza e dobbiamo prenderne atto, oltre a prendere definitivamente atto di alcuni flop messi a segno dall’informazione Rai. Il caso Politics, di cui settimane fa avevo previsto l’imminente chiusura, è emblematico: una scelta sbagliata che non ricade solo sull’immagine ma anche sulle casse della Rai, che oltre a fallire una prima serata si ritrova un giornalista esterno assunto a tempo indeterminato da ricollocare». E infine, «chiedo spiegazioni ai vertici dell’azienda sull’insolita procedura cui stiamo assistendo, augurandomi anche che la paventata innovazione e le scelte coraggiose sollecitate dal Piano, non passino soltanto per lo spostamento di un telegiornale a Milano, un progetto già accantonato dieci anni fa, scelta sulla quale un uomo del sud come me – fermamente convinto che le direzioni di testata debbano rimanere a Roma – sarebbe portato ad obiettare: ‘perché non a Napoli?’
L’Espresso