X FACTOR, ELIMINATA CATERINA, ANCORA IN GARA LOOMY: E SE FOSSE UN «CIGNO NERO»?

X FACTOR, ELIMINATA CATERINA, ANCORA IN GARA LOOMY: E SE FOSSE UN «CIGNO NERO»?

caterina-x-factorQual è la notizia della serata? L’eliminazione di Caterina, concorrente Under Donna acqua e sapone e chitarra acustica, o il fatto che ancora una volta abbia passato il turno Loomy, il rapper senza qualità (troppo evidenti)? Saremmo orientati proprio su quest’ultima opzione: alla faccia dei pronostici della vigilia, la quinta puntata della decima edizione italiana di X Factor, andata in onda ieri su Sky Uno, si è conclusa con il 21enne simpatico lettore di contatori prestato all’hip hop per l’ennesima volta salvato dal pubblico, giusto a un passo dal ballottaggio.
A farne le spese è stata Caterina, apparsa troppo kitsch nella versione doo-wop della «Burn» di Ellie Goulding e troppo furbetta quando nella prima manche ha eseguito «Wake me up». Contro di lei, al dentro o fuori finale, il pubblico tele-votante ci ha spedito niente meno che Eva, tra i migliori interpreti della serata: nella prima manche aveva azzardato una efficace versione molto liquida della beatlesiana «Across the Universe», nella seconda aveva mostrato tutto il suo spessore nell’arrangiamento white soul di «Is this love». Per il pubblico non basta ed eccola a doversi difendere con una struggente «I put a spell on you», mentre Caterina imbraccia la chitararra e fa il verso ai Radiohead di «Creep». Tre giudici a favore di Eva (Manuel Agnelli, Arisa e Alvaro Soler), il solo Fedez a difesa di Caterina che dovrà lasciare la competizione. Il suo giudice di riferimento non ci sta: «Avevamo messo in conto – ha spiegato Fedez – che Caterina potesse finire in ballottaggio, ma Eva invece cosa ci fa? Curioso dopo che abbiamo visto una delle esibizioni più imbarazzanti della storia di X Factor».
E se Loomy fosse come Donald Trump?
Il riferimento è ovviamente a Loomy, cui Arisa aveva affidato una rilettura in chiave hip-hop de «Il piccolo corazziere» di Renato Rascel. Esperimento sicuramente rischioso, magari divertente, non si capisce fino a che punto convincente, al contrario di quello della prima manche, quando il ragazzo di Vercelli era andato liscio come l’olio rappando sulla base di «Hey boy hey girl» dei Chemical Brothers. Mancano due puntate alla finale e a questo punto tutto può succedere. Ci tornano in mente le parole pronunciate qualche settimana fa da un amico che di musica ne mastica: «Tutti a dire che Loomy sarà il prossimo eliminato. E se invece fosse il Donald Trump di X Factor?». E se, anche sul talent show com’è accaduto per le elezioni americane, volasse un «cigno nero»? La teoria è nota: certe volte succede che si verifica l’imponderabile, ciò che nessuno aveva pronosticato alla vigilia. E, all’indomani, state pur certi che tutti faranno a gara a spiegare le ragioni più profonde di quanto è accaduto. Che fino a un giorno prima nessuno aveva minimamente preso in considerazione.
Lezioni di r’n’b con i Soul System
La serata che aveva nelle Little Mix ospiti speciali, era strutturata su due manche: la prima con i cantanti tutti insieme alle prese con un medley di 12 minuti, la seconda dedicata a cover trasportate in altri territori musicali dagli arrangiamenti. Andrea è apparso superlativo nella raffinatissima versione jazzy di «Uptown funk», operazione alla George Benson, delicato invece su «Hurt». Soul System perfettamente a loro agio sia nella rivisitazione disco della «Midnight City» di M83, sia con «Gravity», brano nel quale hanno dato lezioni di r’n’b. Roshelle ha fatto abuso di vocoder, sia nell’arrangiamento musical della «Umbrella» di Rihanna che nella «Hide and seek» piena di trucchi che ha eseguito alla prima manche. Gaia grintosa nella versione alla Stevie Wonder di «Lean on», sofisticata nell’esecuzione di «Vedrai vedrai». Anche per lei la finale potrebbe essere dietro l’angolo.

Il Sole 24 Ore

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