L’AUDIENCE CHE CAMBIA: PER THE YOUNG POPE IL 57% DI PUBBLICO CON L’ON DEMAND

L’AUDIENCE CHE CAMBIA: PER THE YOUNG POPE IL 57% DI PUBBLICO CON L’ON DEMAND

the-young-popeDiventa sempre più complicato valutare il successo o meno di un programma televisivo con le nuove modalità di fruizione dei contenuti on demand. E un buon esempio in questo senso è dato dalla serie The Young Pope di Paolo Sorrentino, conclusasi lo scorso venerdì su Sky Atlantic.
Le prime otto puntate del prodotto, infatti, hanno avuto circa 603 mila telespettatori medi nella fruizione live del venerdì sera.
Quindi un risultato che si potrebbe liquidare come insoddisfacente, visto il battage promozionale. Però hanno incassato in media 1,4 milioni di telespettatori nei sette giorni successivi alla messa in onda, grazie alla possibilità di accedere alla serie in modalità on demand.
Perciò le gesta del giovane e bel pontefice Jude Law sono state viste dal 57% del pubblico in differita. Modalità che per contenuti di questo tipo, non strettamente legati alla attualità, diventa sempre più utilizzata. E il numero, 1,4 milioni, può sembrare non particolarmente rilevante per una tv generalista in chiaro, ma è invece piuttosto alto per un contenuto trasmesso su Sky, piattaforma che ha 4,76 milioni di abbonati (ovvero una platea di pubblico potenziale tra i 12 e i 13 milioni di persone, dimezzata rispetto al pubblico televisivo complessivo), dei quali, ormai, 2,3 milioni di abbonati accedono abitualmente ai prodotti on demand. Su questo universo più ristretto la cifra di 1,4 milioni di telespettatori, anche nei sette giorni, rappresenta un vero successo.
D’altronde si possono fare dei paragoni: per esempio, la serie 1992, trasmessa sempre da Sky, raggiunse i 485 mila telespettatori medi nella visione live, e i 991 mila complessivi in quella differita nei sette giorni successivi. The Young Pope, nonostante i contenuti e la narrazione più complessi e meno immediati, è andato meglio pure della prima serie di Gomorra (699 mila telespettatori live su Sky ma appena 1.078.000 totali nei sette giorni), ed è stato superato solo dalla seconda stagione di Gomorra, che ha performato benissimo nella visione live (1,1 milioni di telespettatori) e ha raggiunto quota 1,9 mln complessivi nei sette giorni (solo il 41% dell’audience, quindi, ha però usufruito del prodotto in visione differita).
Di sicuro, con la possibilità di accedere on demand ai prodotti televisivi, è sempre più difficile giudicare nel breve le performance dei programmi. Ve ne sono alcuni che si prestano di più al consumo immediato, altri che, per le tematiche affrontate (si pensi pure alla versione italiana di In Treatment), diventano contenuti con un ciclo di vita molto lungo, per i quali anche i sette giorni potrebbero non essere più sufficienti per valutarne il successo.
Cambiano quindi i parametri di giudizio, e dovranno imparare a tenerne conto gli analisti, i centri media e gli investitori pubblicitari nel momento in cui stabiliscono dove allocare le loro risorse in comunicazione.

Claudio Plazzotta, ItaliaOggi

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