La fortunata serie Bbc tratta dall’omonima saga sbarca questa sera su LaEffe
Nobile, bello e dissoluto, il giovane Ross Poldark è l’ultimo eroe romantico, fascinoso, dannato e infelice. E Aidan Turner, l’attore che lo interpreta, l’ultimo sex symbol.
Partito per il Nuovo Continente per servire la patria contro le colonie in rivolta (e sfuggire qualche guaio con la giustizia), ferito in battaglia e dato per morto, tornando a casa scopre che il padre non c’è più, le sue fortune pure, e l’amata è promessa sposa al più ricco cugino. Siamo a fine Settecento, all’alba della Rivoluzione industriale, in Cornovaglia, terra magica battuta dal vento e dalle onde, in passato ricca per le miniere e i commerci via mare. Ma i tempi sono cambiati, e anche Poldark: inizia per lui un non facile percorso di riscatto sociale, economico e umano, che la fortuna avversa tenta di ostacolare in ogni modo, secondo le regole del romanzo ottocentesco, che li vuole i suoi eroi alteri, maledetti e straordinariamente affascinanti, dall’Heathcliff di «Cime tempestose» al mr. Darcy di «Orgoglio e pregiudizio».
Creato da Winston Graham nel 1945 e protagonista di una saga letteraria d’amore e riscatto che da decenni strega le lettrici britanniche, «Poldark» è stata anche una serie prodotta da BBC di gran successo oltremanica e dove è già andata in onda, Stati Uniti, Australia e Nord Europa. Se in quei paesi è appena andata in onda la seconda stagione (e una terza è in lavorazione), da noi «Poldark» è in onda da questa sera su Laeffe (can. 139 Sky) per quattro settimane, fino al 9 dicembre, in contemporanea l’uscita dei romanzi in versione integrale da Sonzogno.
Nei panni del nobil signore il dublinese Aidan Turner: noto per essere stato il nano Kili di cui si innamora l’elfa Tauriel ne «Lo hobbit» e protagonista di un paio di serie, «Being Human» e «10 piccoli indiani», in cui è ugualmente bello e dannato, è oggi una delle star britanniche più amate. Copertine, pettegolezzi, twit e chat lo confermano. È il sex symbol del momento. Prova del nove della popolarità: è dato tra i papabili per diventare il prossimo James Bond (il secondo irlandese dopo Brosnan), con i bookmakers che lo danno 6/4 rispetto ai vari Elba, Fassbender, Hiddleston.
A cavallo, solo o sensualmente abbracciato alla servetta Demelza; oppure seminudo nei campi, bicipiti e “tartaruga” ben evidenziati da uno strategico sudore, le foto che lo ritraggono sono divenute virali. «Sapevo che ai tempi non indossavano biancheria, e che quindi ci sarebbero state scene in “topless”. Per questo sono andato un sacco in palestra», confessa l’attore a proposito di questi momenti “topici”. Quanto all’andare a cavallo: «Poldark fa un sacco di cavalcate: è una parte consistente della storia, ti immerge nel paesaggio. Fortunatamente ero andato molto a cavallo in Nuova Zelanda girando Lo Hobbit. E quindi ero convinto di essere un discreto cavallerizzo. Così con Seamus, il cavallo di Poldark, irlandese come me, si è generata una sorta energia. Il cavallo è come un vero attore, con cui non puoi “recitare” male. Lui e Ross devono sembrare (essere) ben assortiti». Il suo personaggio, dice ancora l’attore, piace perché reale. «Ross è un uomo vero. Non un una specie di leggenda che arriva in città e la salva e poi corre via a cavallo, verso il tramonto, con la fanciulla di turno, un supereroe o un Robin Hood. Sta meglio con gli altri maschi o in battaglia.L’amore per lui è un mistero, per questo fa tanti sbagli. È coraggioso, generoso, e non teme l’azzardo. È tridimensionale: uomini e donne lo sanno, e lo amano per questo».
Adriana Marmiroli, La Stampa