Promosso, dunque, questo coraggioso tentativo di RaiDue? Sì, senza dubbio. Ma non urliamo all’apparizione del Messia, perché si può e si deve fare ancora meglio. Un merito innegabile di Mika è quello di aver pescato a piene mani dal passato del varietà glorioso di Mamma Rai. Ma davvero non si riusciva ad accompagnarlo con qualcosa di leggermente più contemporaneo?
Mika è bello e bravo. Mika è simpatico, è buffo. Mika è un cantante di talento. Mika è amatissimo in ogni dove. E lo sapevamo già, lo avevamo già scoperto da quasi dieci anni come cantante, da qualcuno in meno come personaggio televisivo. Viva Mika, dunque. E allora come poteva essere accolto Casa Mika, lo show condotto dal cantante anglo-libanese su RaiDue, se non con tweet di giubilo e Osanna nell’alto dei cieli sui social network? Bene, il ragazzo merita, ma forse si può dare un giudizio positivo del programma anche senza esagerare, senza farsi prendere la mano, senza cedere a facili entusiasmi. Non perché sia facile riproporre un varietà classico nella tv dei giorni nostri, per carità, ma perché se ti chiami Mika, se hai un team di autori stimati e riveriti, se produce Ballandi, se come ospiti hai, tra gli altri, Sting, Renzo Arbore, Malika Ayane, Pif, LP e puoi contare persino sulla presenza fissa di Virginia Raffaele e Sarah Felberbaum, per far venir fuori una schifezza ti ci devi mettere di impegno.
Il punto di forza principale di Stasera Casa Mika è proprio la musica, come è giusto che sia, con un po’ di gioiosa nostalgia quando l’ex giudice di X Factor, in apertura, ha cantato Grace Kelly, il brano che lo ha reso famoso in tutto il mondo. Il duetto con Malika Ayane sulle note di Io che non vivo è stato splendido, così come, ovviamente, l’ospitata di un mostro sacro come Sting. La scenografia e le luci, poi, sono l’emblema principale di uno sforzo produttivo importante, anche in termini economici, per un programma su cui Ilaria Dallatana, direttore di RaiDue, ha scommesso assai, giocandosi gran parte di questa stagione televisiva della seconda rete.
Tutto perfetto, dunque? No, e dirlo non sminuisce affatto i meriti di Mika. Ma nelle vesti di conduttore, lo spilungone cosmopolita che innamorare tutti fa, ancora ha da lavorare non poco. A tratti è sembrato troppo impacciato, rigido, troppo legato al copione. Era troppo evidente il tentativo di rendere spontaneo quello che, come è normale che sia, è invece tutto scritto. E poi la lingua, nonostante evidenti e encomiabili miglioramenti, è ancora un piccolo ostacolo. E persino i testi, così magistralmente scritti da Ivan Cotroneo e compagni, a volte sembravano stucchevoli, ballando pericolosamente tra bontà e buonismo.
Promosso, dunque, questo coraggioso tentativo di RaiDue? Sì, senza dubbio. Ma non urliamo all’apparizione del Messia, perché si può e si deve fare ancora meglio. Un merito innegabile di Mika è quello di aver pescato a piene mani dal passato del varietà glorioso di Mamma Rai. Ma davvero non si riusciva ad accompagnarlo con qualcosa di leggermente più contemporaneo?Ecco, con qualche aggiustatina in corsa, Stasera Casa Mika può davvero essere lo show della stagione. Calma e gesso, però, perché sottolineare i difetti di un programma comunque godibile non è un’onta e non vi farà espellere dal fan club.
Un tempo ci si divertiva a commentare i programmi su Twitter perché si poteva essere sinceri, schietti, a volte spietati e persino feroci. Ora pare che la situazione sia molto più “normalizzata”, con coretti a una voce sola che non fanno il bene della televisione. Persino un programma come Stasera Casa Mika può e deve essere criticato. Solo così la trasmissione potrà migliorare e correggere gli errori della prima puntata. Perché la perfezione non esiste, tantomeno in tv.
Domenico Naso, FQ Magazine