Il programma di FoxLife può risultare utile per coltivare meglio il nostro rapporto con la vita dei campi. Qualche perplessità invece sulla conduzione di Ilenia Lazzarin
«Andare per campagne non è più una gioia. Improvvisamente, qualcosa è cambiato in un paesaggio che non cambiava da 4 mila anni, quello delle terre coltivate, e l’anima dell’uomo si è rattristata». Così Guido Ceronetti ne La carta è stanca. Forse è anche stanco il nostro modo di vedere la campagna e anche un programma come «Il contadino cerca moglie» può risultare utile per coltivare meglio il nostro rapporto con la vita dei campi. È vero, qui è una campagna ripensata, ricostruita, ma almeno si mettono in gioco sentimenti, sfoghi, illusioni secondo le regole dei docu-reality (FoxLife, mercoledì, ore 21.05). In campagna non si sta male se, come racconta «Il contadino cerca moglie», giunto intanto alla seconda stagione, ci sono così tante corteggiatrici. Alcune, in verità, un po’ disperate più che disparate, ma pur sempre disposte ad abbandonare la loro vita se scelte (così vuole il racconto e noi dobbiamo credere ai racconti). Per esempio, Riccardo, un allevatore lombardo, porta le ragazze in stalla a spalare il letame. Una ha conati di vomito («Ho la puzza dentro i polmoni, mi sento male», e tu spiegale che il letame profuma!) e l’altra rimpiange «il prosecchino in spiaggia». Le novità di quest’anno sono di genere, ma non in senso linguistico. A cercare l’anima gemella ci sono anche Alessandra, enologa marchigiana, e Sebastian, contadino gay, ex pubblicitario di origini scozzesi «che ha lasciato l’ufficio per uno stile di vita più autentico». Sebastian porta a cena un pretendente e quello: «Ho adrenalina a mille, è riuscito ad aprirsi… ho conosciuto un Sebastian diverso. Questa vita di campagna, stranamente, mi sta piacendo». Qualche perplessità sulla conduzione di Ilenia Lazzarin, eroina di «Un posto al sole». Ha un bel sorriso, ma la campagna richiede altro. La vedrei bene, però, a corteggiare Ceronetti.
Corriere della Sera