GIANNI MORANDI: “ANCORA A 100 ALL’ORA. DEVO TUTTO A MIA MOGLIE”

GIANNI MORANDI: “ANCORA A 100 ALL’ORA. DEVO TUTTO A MIA MOGLIE”

Dopo 18 anni torna a recitare in tv. E’ un pediatra nella fiction “L’isola di Piero”

gianni-morandi“Quando ho visto la Basilica di San Benedetto distrutta mi è preso un colpo. Con Claudio (Baglioni, ndr)c i siamo sentiti subito, nella zona di Castelluccio e a Norcia avevamo girato il video di Capitani coraggiosi …”. Gianni Morandi è a Carloforte sul set di L’isola di Pietro, la serie di Canale 5 diretta da Umberto Carteni. Torna a fare l’attore per la tv dopo 18 anni. Ma il cuore è in Umbria e nelle Marche. “Vorrei salutare gli amici, eravamo lì un anno fa. Meno male che non ci sono morti”. Per il ritorno in tv ha scelto il ruolo di un pediatra innamorato della Sardegna, uomo solido e solare, ruolo che gli sceneggiatori Umberto Gnoli, Salvatore De Mola e Laura Ippoliti gli hanno cucito addosso.

Morandi, è tornato su un set tv dopo 18 anni: che ha provato?
“Una bella emozione. In questi anni ho fatto tante cose diverse, Sanremo, il tour con Baglioni. Ho aspettato diciotto anni ma questo ruolo mi è piaciuto”.

È un pediatra, figura rassicurante.
“Ha visto nascere i ragazzi della comunità, conosce le famiglie, più che un dottore è un medico dell’anima. Non è un medical drama , è una storia di sentimenti e passioni. Mi piace l’approccio di Pietro con la vita, ha una grande positività, mi ci riconosco. L’altra magia della serie è che è girata nel sud ovest della Sardegna, il Sulcis: meraviglioso”.

Come fa a essere così pieno di energia?
“Perché fortunato e grato alla vita: dopo 50 anni e più di musica, incontri, fasi altalenanti, sono ancora qui. Ho vissuto tre o quattro vite, non una, è difficile trovare una carriera come la mia. Al debutto i primi che ho incontrato sono stati Morricone, Bacalov e Migliacci, due futuri Oscar e l’autore di Volare “.

Nessun rimpianto?
“Scherza? Ho avuto molto più di quello che merito”.

Come padre come si giudica?
“Nei dieci anni in cui sono mancato dalla scena mi sono dedicato ai figli, ho fatto la mia parte. Oggi i ragazzi hanno meno sogni rispetto a noi, è come se gli avessimo fatto perdere un po’ di voglia, noi eravamo entusiasti, dovevamo ricostruire, conquistare prati verdi e speranze”.

La politica l’ha delusa?
“Penso che i politici partano bene e poi restino impantanati nei compromessi. Papà era un compagno dei tempi di Togliatti, attivista, portava l’Unità casa per casa, era responsabile della cellula del Pci di Monghidoro. Oggi è tutto un pastone e non si capisce più niente”.

Le hanno chiesto di candidarsi?
“Sì, anni fa. Avevano pronto anche lo slogan: “Da 30 anni è una faccia pulita”, me l’hanno proposto vari segretari che mi sentivano vicino, ma amo troppo il mio lavoro”.

Che farà al referendum?
“Ho un’idea molto precisa, ma non voglio esprimermi”.

A 71 anni ha un pubblico di tre generazioni: che effetto fa essere considerato uno di famiglia?
“Da giovane era un gioco, ora mi rendo conto che ho fatto compagnia a tanti italiani. Memoria collettiva”.

Perché è così fissato coi social?
“Ho sempre tenuto un diario scritto a mano. Poi ho scoperto Facebook che mi dava un contatto continuo e diretto con le persone. Anche quando mi prendono in giro, quando siamo in contrasto o nasce una polemica mi fa capire l’umore della gente”.

Posta un sacco di foto, sua moglie è una santa…
“Correvo e mi hanno chiesto: chi ti fa le foto? Allora ho scritto “Foto di Anna”, ed è diventato una specie di logo… Ogni tanto si rompe anche lei. Anna ha sempre lavorato, ha fatto un figlio a 40 anni e ha smesso di essere single. Sono fortunato perché tanti anni dopo la separazione dalla mia prima moglie ho trovato una donna positiva che mi ha dato una grande forza. Dicevo: la mia carriera è finita, invece Anna mi ha dato la grinta per reinventarmi negli ultimi vent’anni”.

Ha sofferto di depressione?
“I momenti di crisi hanno coinciso con la crisi professionale, il telefono non suonava più. Se poi aggiunge la morte di mio padre, è successo tutto dagli anni 70 agli 80. Mio padre me l’ha sempre detto: aspettati il momento in cui le cose andranno male. Diceva: “Ricordati che vieni da Monghidoro” e “Metti da parte i soldi per le tasse””.

Che rapporto ha con i soldi?
“Quando morì Giorgio Morandi nel ’64 avevo inciso i primi dischi, e qualche incauto postino portava a casa mia i telegrammi di condoglianze. Anni dopo decisi di comprare due tele di Morandi, mi sembrò una follia. Nei momenti di crisi le ho vendute. Avevo paura di spendere i soldi, sapevo la fatica che si fa per guadagnarli, papà andava a lavorare ai cantieri della Fanfani, 500 lire al giorno, non bastava il mestiere di ciabattino. È morto a 49 anni, quando comprammo il primo televisore e il frigo. Non se li è goduti. Però mamma è arrivata a 91 anni”.

Repubblica

 

 

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