Con riferimento all’articolo di Claudio Plazzotta pubblicato da ItaliaOggi del 18 ottobre col titolo «Radio sportiva in fibrillazione» neghiamo che le difficoltà di Radio Sportiva siano imputabili alla performance della raccolta pubblicitaria e quindi all’operato di Prs Mediagroup. I fatti sono questi.
1) Radio Sportiva è nata, anche, grazie all’appoggio professionale e materiale di Prs che peraltro ne ha curato il posizionamento sul mercato, fin dalla prima ora di trasmissione.
2) Il fatturato 2013 quindi è stato conseguito proprio da Prs.
3) È pur vero che nel 2014 l’editore ha deciso di cambiare concessionaria, notoriamente per verificare se ci fossero le condizioni per un accordo sulla governance che poi non è avvenuto.
4) È pur vero che nel 2014 Mondadori Pubblicità (oggi Mediamond) ha sostanzialmente confermato il fatturato precedentemente conseguito da Prs, pur potendo contare su una base di audience più elevata dell’anno precedente.
5) Nel 2015 pertanto l’editore ha deciso di riconsegnare a Prs il mezzo.
6) Dal 1° gennaio 2015 ad oggi, rispetto a una crescita degli ascolti pari al 22%, Prs ha incrementato il fatturato di una quota superiore al 60%.
7) È evidente quindi come sia falso che i ricavi pubblicitari siano «al di sotto delle aspettative»; né che, a fronte di tali incrementi di ricavi, che la «qualità del target» possa essere ritenuta non adeguata. Non si può quindi essere in attesa che «il mercato degli investitori pubblicitari e dei centri media recepisca il dato di ascolto di Radio Sportiva e lo valorizzi».
Federico Silvestri, amministratore delegato e direttore generale Gruppo Prs
ItaliaOggi