Resta pur sempre altalenante e spiazzante, ma sembra più a suo agio, senza quell’ansia da prestazione che aveva influito negativamente sulla prima esperienza nel talent di Sky
Rosalba Pippa, in arte Arisa, ci ha abituati alle montagne russe. Con lei non esistono le mezze misure: da timida e impacciata ai tempi di Sincerità a bizzosa e talentuosa artista dei tempi nostri, in pochi anni è riuscita a costruire, forse suo malgrado, un personaggio polarizzante, sfaccettato e complesso.
Quest’anno è tornata dietro il bancone dei giudici di X Factor, dopo l’esperienza del 2011 e del 2012, conclusasi in gloria con l’ormai cult “Sei falsa Simona, cazzo!”, urlato a Simona Ventura dopo l’eliminazione dei crepuscolari Freres Chaos. Poi era stata fatta fuori, diciamo la verità, proprio perché quel genere di intemperanza non può essere perdonata, soprattutto se non ti chiami Morgan. Adesso, con una giuria assai rinnovata rispetto allo scorso anno (solo Fedez è stato confermato), Arisa è tornata a X Factor con un piglio diverso, forte delle esperienze accumulate negli ultimi quattro anni e soprattutto con una consapevolezza di sé diversa rispetto al passato.
Resta pur sempre l’altalenante e spiazzante Arisa, ma sembra più a suo agio, senza quell’ansia da prestazione che aveva influito negativamente sulla prima esperienza nel talent di Sky.
Accanto a Fedez, Manuel Agnelli e Alvaro Soler, Arisa non sfigura affatto, non si sente inferiore (e infatti non lo è), tiene botta e prova soprattutto a interpretare il ruolo di giudice attento all’aspetto più spettacolare delle esibizioni, talento canoro a parte.
In queste prime puntate di selezioni e bootcamp, Arisa è sembrata più matura, senza però perdere nemmeno un pizzico della sua bizzarra complessità caratteriale. Arisa, il cui talento musicale è indiscusso e indiscutibile, caratterialmente divide assai il pubblico: la adori o la detesti, non ci sono vie di mezzo. Perché è istintiva, senza freni né filtri, dice sempre quello che pensa anche se il 99% della gente ci penserebbe mille volte prima di esprimersi in un certo modo. Ma il suo essere buffa e bizzarra è croce e delizia di un’artista che lotta quotidianamente con il proprio modo di essere, che forse a volte l’ha penalizzata nei confronti di altre cantanti decisamente meno dotate di lei ma più rassicuranti, tranquillizzanti e mansuete.
Lei lo sa e a volte sembra soffrirne. È da questa consapevolezza che nasce un conflitto continuo che Arisa non riesce a nascondere neppure in tv e che la rendono umana, troppo umana. A volte esagera, ma sorprendersi sarebbe ipocrita, perché ormai la conosciamo, conosciamo perfettamente i suoi pregi e i suoi difetti. E il pubblico è spesso dalla sua parte, proprio perché rappresenta la normalità della complessità, senza sovrastrutture o pose da diva. Un minimo di insofferenza di fronte ad alcune sue uscite è comprensibile, sia chiaro, ma lo è solo se non si è accettato il modo di essere di una eccellente cantante e di un personaggio che ha fatto i conti con il proprio carattere e lo ha accettato (non senza difficoltà).
Il suo ritorno in tv, tra i giurati di X Factor, è il riscatto delle bizzarrie umane, della normalità spiazzante, della complessità di carattere. Di un modo di fare che diverte, a volte imbarazza, ma che è la cosa più normale del mondo. Perché Arisa è una di noi, anche se a volte lo neghiamo a noi stessi. E anche chi non la sopporta alla fine non può che apprezzarla. Perché quando canta, incanta. Quando parla, diverte. È Arisa: prendere o lasciare.
Il Fatto Quotidiano