ASCOLTI TV, BENE DIMARTEDÌ CON CROZZA, TRAVAGLIO E L’OSPITE GIANNINI. PERDE ANCORA PUBBLICO POLITICS, SHARE SI FERMA AL 3%

ASCOLTI TV, BENE DIMARTEDÌ CON CROZZA, TRAVAGLIO E L’OSPITE GIANNINI. PERDE ANCORA PUBBLICO POLITICS, SHARE SI FERMA AL 3%

florisSarà l’impressione della prima settimana al completo o quasi, ma gli schieramenti editoriali dell’approfondimento informativo della tv generalista sembrerebbero bell’e fatti. La7 accelera sul talk show del quale tende quasi a diventare monopolista e monologhista offrendo fra Gruber, Floris, Paragone e Formigli l’occasione per il raduno della componente più appassionata e indignata della Penisola (Floris ieri sera ci è parso perfino dismettere l’impasto del magazine, che pure gli aveva procurato non poche soddisfazioni nella stagione scorsa, per aumentare la spettacolarità del dibattito politico). A proposito, lì il Giannini tornando nei panni dell’ospite si è subito dimostrato più pimpante rispetto all’affaticato conduttore degli ultimi scampoli di Ballarò.
Le reti Rai, per contro, stanno cercando di andare in direzione diversa dai talk show sia rivedendone le formule interne (Politics di Semprini) sia privilegiando l’inchiesta “sul campo”. Quindi è dal Servizio Pubblico che stavolta ci aspettiamo qualcosa di diverso rispetto alla zuppa di chiacchiere esibizionistiche delle ultime stagioni. Non male, ad esempio, il Fuori Roma con Concita De Gregorio che dalla poltrona romana in cui la sera ci accasciamo è riuscito a immergerci in quel di Cascina, un tempo roccaforte rossa e ora teatro di un PD autoesploso, prima nelle teste e poi nei voti, nonché della sindaca leghista che, dopo essere stata eletta al ballottaggio grazia alla coincidentia oppositorum copia il porta a porta (“come faceva il PCI“) e lo coniuga con lo sbrigativo movimentismo a cinque stelle (“c’era un campo rom, e ora non c’è più. Li ho mandati via” -dove?- “è un problema altrui; io il mio l’ho risolto”). Al di là dei, pure irresistibili, contenuti di puntata, qualcosa di finalmente sopportabile ci è parso di notarlo nella scelta di tenere praticamente nascosto il giornalista “in visita” per favorire la diretta espressività della realtà “visitata”. Una scelta di disintermediazione che rompe quella sorta di talk show che si annida anche nelle inchieste a causa del rituale (al fondo narcisistico) di interporre la faccia di chi fa le domande quando invece tu vorresti star lì a scrutare le rughe e la dentiera di chi dà le risposte (perché è da quei segni, quasi più che da quel che va dicendo che lo/la soppesi).
Alla resa dei conti Fuori Roma, ha rastrellato lo share che nella medesima posizione conseguiva Sconosciuti (attorno al 4%). Semprini e Politics (3,45%) hanno sofferto, dopo la prima puntata in solitaria, l’arrivo della macchina di spettacolo di Floris (6,05%) forte del Crozza campione di satira e del Travaglio, collaudatissimo stornellatore anticasta. Le occasioni per fare zapping tra gli uni e gli altri non mancavano. Vincerà, alla lunga, chi, mantenendo le sue proprie forme, riuscirà a far emergere il più solido filo di racconto.

Il Fatto Quotidiano

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