La preparazione di lei con la mamma. L’attesa di lui sul sagrato. Poi l’arrivo in chiesa, lo scambio delle fedi portate dal figlio Giulio, il primo bacio da marito e moglie, la festa al castello e il lancio del bouquet. Foto dal matrimonio a Portofino tra l’attrice italiana e l’attore irlandese. Con paggetto d’eccezione
Una passeggiata lenta, in salita, a piedi nudi sui ciottoli. Tra le rocce e i roseti, su per il monte di Portofino. A settembre. Con il mare in faccia, di cui arriva l’odore. Dentro un abito da sposa lungo: strascico e ramage. Mano nella mano dell’uomo che, proprio in quelle ore, stava scegliendo di volere affianco per sempre.
Gabriella Pession ricorderà così il giorno del suo matrimonio con l’attore irlandese Richard Flood, quel ragazzo dagli occhi diversi da ogni altro che era passato prima: quattro anni fa, i due si sono conosciuti sul set della serie Crossing Lines, e lui ha iniziato a cambiarle la vita. Si daranno poi, nel 2014, anche Giulio, un bambino che oggi all’altare guarda a destra e poi a sinistra mamma e papà mentre si scambiano le fedi che lui stesso ha portato loro. E sorridendo ride.
È il 3 settembre e l’Ave Maria di Schubert va, nella chiesa di San Giorgio. Gabriella, arrivata a bordo di un’Ape, percorre la navata accompagnata dalla mamma e dal più piccolo di casa. Nel ricordo di papà che non c’è più. Seduti nell’emozione, ci sono una novantina di amici e parenti invitati (è per Tom Wlaschiha del Trono di spade la prima lettura, poi ci sono anche Chiara Giordano con i figli Alessandro e Francesco, avuti da Raoul Bova, Giuliana De Sio e Francesca Cavallin con il marito Stefano Remigi e la stilista Simone Rocha, cugina di Richard).
I fiori sono ortensie semplici e bianche (ricordano a lei l’infanzia ligure a Rapallo), le candele accese, le damigelle le migliori amiche, la messa è celebrata in italiano e in inglese. All’uscita con il riso vanno le musiche della Vita è bella: arpa e violino.
Le fotografie di rito si scattano non solo a terra ma anche a largo, durante una gita in barca all’Abbazia di San Fruttuoso. Poi via, tutti al Castello Brown. Qui in giardino la band suona swing e jazz anni Cinquanta. E il primo ballo è sulle note di I just to want to make love to you, voce di Etta James.
La festa procede raffinata come la cerimonia, che la cena informale in taverna si è consumata la sera della vigilia, in piazzetta. Dal Castello, la vista sul Golfo Paradiso al tramonto appartiene a quelle storie per cui parole giuste mancano. Ma il faro è lì, e la torta rossa di lamponi anche. La prima fetta è tagliata. Il servizio completo sul prossimo numero di Vanity Fair.
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