Le carte per un cyber thriller intrigante ci sono tutte. Una valùta digitale rivoluzionaria. Una coppia di attori bravi e amati dal pubblico: Adam Brody (l’ex Seth Cohen di The O.C.) e Martin Freeman (Lester in Fargo e Watson in Sherlock). Sesso, soldi e droga.
Eppure, le recensioni che accompagnano il debutto di StartUp, l’ultima serie del servizio di streaming americano Crackle (targato Sony), dove è disponibile dal 6 settembre, spengono ogni entusiasmo.
Lo show, ambientato a Miami, segue Izzy Morales (Otmara Marrero), un genio della tecnologia che ha inventato una versione avanzata della moneta elettronica Bitcoin, ribattezzata GenCoin. In cerca di fondi per finanziare la sua idea, si rivolge a Nick Talman (Brody) che, si dà il caso, abbia soldi a palate da riciclare, frutto delle attività illegali del padre.
Il cattivo della storia è il detective dell’Fbi Phil Rask (Freeman). Siccome è corrotto, arrabbiato e ha un conto in sospeso con il paparino di Nick, prende di mira la startup.
Come sempre, vale la pena dare una sbirciata e farsi la propria opinione. Ma la critica non si è risparmiata («sembra che ogni personaggio debba essere presentato mentre fa sesso», scrive il New York Times).
Peccato. Per Adam Brody, soprattutto (Freeman è reduce da ruoli e serie Tv di successo). Dopo il teen drama che l’ha fatto conoscere al grande pubblico come il nerd di casa Cohen, non è più riuscito a reinventarsi in Tv.
Ci ha provato anche l’anno scorso con la commedia romantica Billy & Billie, cancellata dopo una sola stagione. Nel 2014, aveva girato con Chloe Sevigny il pilota di The Cosmopolitans, per Amazon. Non se n’è fatto più niente.
Seth Cohen era entrato nel cuore dei telespettatori, forse più del tormentato protagonista Ryan (Ben McKenzie, ora in Gotham). E Brody era azzeccatissimo per quel ruolo, che gli ha portato fortuna. Doveva essere un trampolino di lancio, ma non ha più saltato.
Margherita Corsi, Vanity Fair