Il regista al festival con “Lʼestate addosso”, film in parte autobiografico, fuori concorso
Dal Lido di Venezia Gabriele Muccino lancia un appello ai giovani e li invita a guardare con più ottimismo al futuro: “In Italia tocchiamo con mano il pessimismo verso il futuro, i giovani non lo vedono più. Chi non crede nel futuro abolisce di fatto l’ottimismo”. Al 73mo Festival per presentare “L’estate addosso”, nelle sezione Cinema nel giardino, il regista de “L’ultimo bacio”, racconta nel film un viaggio iniziatico verso l’età adulta sullo sfondo di uno scontro di culture fra America e Italia.
“L’estate addosso” è un film su un viaggio, post diploma, negli Usa, di due ragazzi italiani (Brando Pacitto e Matilda Lutz), un viaggio iniziatico verso l’età adulta che li cambierà per sempre”, dice il regista che vede questo film prodotto in Italia (“un ritorno a Itaca, chissà se temporaneamente”). “Loro hanno fra i 18 e i 25 anni… Le estati addosso, come dice il titolo, sono la metafora di tutte quelle esperienze che non torneranno più, tutte quelle prima volta in cui qualcosa di imprevedibile e catartico è capitato, e lascerà un segno per sempre” spiega il regista”. E aggiunge: “E’ vero l’America resta la terra delle opportunità. E’ profondamente diversa dall’Europa e dall’Italia. Certo è fatta da tanti Stati diversi che cambiano di molto l’uno dall’altro. Io vivo a Los Angeles una città che vive tutt’intorno all’industria del business, la più futile dai tempi di Buster Keaton. Ma gli americani sono un popolo capace di uno scatto di reni come è accaduto dopo Pearl Harbour. E’ una cultura fondata sull’individuo quella americana anche se con molte evidenti falle”.
L’estate addosso “è un film sull’amore, la vita e la crescita dal mio punto di vista. Avevo voglia di raccontare con leggerezza queste cose in un film in cui non c’è nulla di veramente superficiale”.
Film autobiografico? “In tutto quello che scrivo c’è una parte di me, ma non è certo un diario. Alcune persone che ho raccontato esistono davvero. Ho solo collocato la storia al giorno d’oggi addomesticandola con quattro diversi personaggi. Usare le loro differenze culturali in un quadro di autentica amicizia, vera ma anche volatile. E questo in un periodo, l’estate, dove il tempo sembra più breve e ti dici ora o mai più”. Come i due protagonisti del film: “Anch’io andai a San Francisco con le modalità economiche del protagonista… E lì accadde di trovarmi in una esplorazione della mia identità, come racconto in questo film. E’ necessario per chi fa il mio mestiere raccontare anche quello che conosce bene e su se stesso”, continua Muccino. La colonna sonora, come la canzone omonima L’estate addosso è di Lorenzo Jovanotti Cherubini. E proprio a Gabriele Muccino andrà il Premio della critica Soundtrack Stars Award 2016 per la migliore colonna sonora anche per il rapporto speciale del cinema del regista con la musica.
Tgcom24