RASPELLI: «IL MIO È UN RUOLO CENTRALE NEL FILM, SPERO DI CAVAMERLA AL MEGLIO»

RASPELLI: «IL MIO È UN RUOLO CENTRALE NEL FILM, SPERO DI CAVAMERLA AL MEGLIO»

Il critico gastronomico protagonista di “Il diavolo ha fatto i cuochi”. Le riprese a Libertà

raspelliFa un certo effetto il Museo della stampa di Libertà tra fili, luci, costumi, tecnici che vanno e vengono, telecamere accese e soprattutto lo stupore da parte di tutto il set verso questo luogo che riporta all’epoca del piombo, ai giornali tirati fino alle tre del mattino, tant’è che i protagonisti e gli assistenti de Il diavolo ha fatto i cuochi erano ben felici di girare una scena in cui ha luogo una conferenza stampa molto animata. Perché questo film di Ettore Pasculli illustra il meglio della filiera alimentare nazionale, ma è anche il racconto di difficoltà, ostacoli e pericoli derivanti dalle contraffazioni e dalle truffe che spesso la minacciano; la conferenza stampa gravita proprio attorno a questo tema. Nel film si mostra come nasce il riso italiano per eccellenza, come si allevano i bovini per dare il miglior Grana Padano, come si fanno crescere i suini nella pianura cremonese, come si coltivano i pomodori nel Piacentino e come si producono i grandi vini di Piemonte o Veneto. In tutto questo inno al Made in Italy la trama si tinge di giallo e il coprotagonista, il cronista della gastronomia Edoardo Raspelli, presentatore della trasmissione televisiva Melaverde, recita nei panni eleganti e raffinati di un celebre critico gastronomico, Goffredo delle Rose, elemento fondamentale del periodico Cybus, difensore e paladino delle cosiddette “Quattro T”: Terra, Territorio, Tradizione e Talento. Ma la pubblicità su Cybus risente della crisi, il giornale potrebbe chiudere ed è così che subentra un nuovo proprietario, cui interessano i soldi e non i migliori prodotti agricoli di casa nostra, anzi, contraffazioni e speculazioni cominciano a incunearsi in redazione. Il film vede protagonisti, oltre a Edoardo Raspelli, l’attrice Antonella Ponziani, il cabarettista e attore Max Pisu, il musicista e speaker radiofonico dj Mitch e l’attrice Sarah Maestri. Altri interpreti sono Fabio Vasco, Alberto Cortesi, Edoardo Siravo, Alejandra Gutierrez, Mino Manni, Chiara Oleotti, Carmen De Venere, Gianni Fantoni e l’Amica degli Animali, Maura Anastasia. Commenta in proposito Edoardo Raspelli: «Con questo film realizzo una sorta di sogno perché si tratta di un lavoro cinematografico sui cuochi, sulla cucina italiana; ho cominciato a scrivere sui giornali a vent’anni, ho seguito lo sport e la cronaca nera. Poi nel 1975 Cesare Lanza, allora direttore del Corriere d’Informazione, mi ha affidato la pagina dei ristoranti. Da allora non ho più smesso di scrivere e di occuparmi di cibo. Il cinema non lo conoscevo e devo aggiungere che pensavo potesse lasciarmi più tranquillo rispetto alla tv. Prima di questo lavoro ho avuto una particina nel film Ogni lasciato è perso di Piero Chiambretti, interpretavo un cameriere tutto impettito al prestigiosissimo ristorante Del Cambio di Torino, dove nel corso di una cena il protagonista del film viene mollato dalla fidanzata. Ora invece mi rendo conto che non c’è nulla di scontato, anzi, occorrono attenzione, professionalità e soprattutto la capacità di recitare. Il mio ruolo è centrale nello sviluppo della storia, spero di cavarmela al meglio». Raspelli è onorato di essere all’interno di Libertà: «Pensi che il mio primo articolo l’ho scritto proprio su questo giornale, avevo vent’anni, e da lì è iniziata la mia carriera giornalistica. Ho conosciuto Ernesto e Marcello Prati, un grazie doveroso a Donatella Ronconi per averci ospitati in questo museo che è unico nel suo genere, ho quasi la sensazione che riaffiorino grazie a questo Museo della stampa, gli anni in cui mi occupavo della cronaca nera nel periodo più cupo del terrorismo; fui il primo giornalista ad accorrere sul luogo dell’assassinio del commissario Luigi Calabresi, miei colleghi di allora erano fra gli altri Walter Tobagi, Vittorio Feltri, Ferruccio De Bortoli, Massimo Donelli, Gigi Moncalvo, Gian Antonio Stella, Paolo Mereghetti e Gianni Mura. Un altro mondo, altre storie e altre situazioni». Ora è alle prese con questo film: «Lo sento mio, mi ritrovo nella parte», dice anche se non possiamo non ricordare che Edoardo Raspelli dal 1998 conduce ogni domenica mattina su Canale 5 il programma Melaverde , per anni in collaborazione con Gabriella Carlucci, poi con Elisa Bagordo ed ora con Ellen Hidding, mentre ogni settimana sulla Stampa pubblica le proprie recensioni critiche su alberghi e ristoranti.

di Mauro Molinaroli, Libertà

Sara Renzi: «Qui si respira il profumo del tempo»

La scenografa, di Castelsangiovanni, spiega la scelta delle location, dal Piemonte al Piacentino e location de Il diavolo ha fatto i cuochi sono state scelte dalla piacentina di Castelsangiovanni Sara Renzi, scenografa che ha alle spalle, tra l’altro, una collaborazione con Marco Bellocchio per quanto attiene il film. Addio del passato , che in occasione del centenario della scomparsa di Giuseppe Verdi ha realizzato un documentario ambientato a Piacenza, dove il ricordo del compositore è ancora molto vivo nella memoria collettiva, e L’affresco presentato a una delle prime edizioni di FareCinema. Ha poi preso parte ad altri lavori cinematografici e televisivi ed ora è approdata con questo film a Piacenza: «Ci tenevo moltissimo – dice – infatti la scelta di tante location non è casuale; oltre alle realtà del vercellese e del Piemonte, ci siamo mossi in lungo e in largo nei territori del Piacentino, a cominciare da Gragnanino nei mesi scorsi. Questa è l’ultima settimana di riprese, siamo tutti un po’ stanchi, ma è inevitabile, si passerà quindi al montaggio del film e alla programmazione che sarà certamente in autunno». Il film uscirà in un centinaio di copie e avrà una discreta distribuzione: «Piacenza è città splendida, una location straordinaria, il fatto è che i piacentini in alcune circostanze sono un po’ troppo chiusi; non è il caso di Libertà che ci ha messo a disposizione diversi spazi e ci ha dato la possibilità di poter lavorare al meglio; qui c’è il profumo del tempo, la storia che pulsa e poi saremo all’azienda agrituristica L’Isolone di San Rocco, rimarremo due giorni e poi ci sposteremo nella suggestione delle colline della Valtidone alle cantine Manara, che ringrazio insieme agli altri sponsor che hanno contribuito alla realizzazione del film, in particolare l’Università Cattolica che ha messo a disposizione tutte le strumentazioni più all’avanguardia per ricostruire un laboratorio di antisofisticazioni alimentari». Insomma, un lungo lavoro partito mesi fa e portato avanti con pazienza certosina: «Ci sposteremo poi al deposito Containers Fidenza, al Polo logistico, messo a disposizione da Luciano Silva, presidente del Consorzio fra alcune aziende di trasporto tra Parma e Piacenza». Una trentina le persone impegnate sul set: dalla suggestiva tenuta dell’antica Colombara di Livorno Ferraris, in provincia di Vercelli, una cascina a corte chiusa che risale al XV secolo e che appartiene dal secolo scorso
alla famiglia Rondolino che nei 130 ettari dell’azienda agricola coltiva il riso Acquerello con sistemi biologici certificati. Altre scene saranno realizzate in provincia di Cremona (una delle terre del Grana Padano) e nel Piacentino: «Abbiamo fatto il possibile per realizzare un set credibile, che fosse in sintonia con la storia, ma soprattutto vorremmo che quando il film uscirà nelle sale i luoghi che abbiamo scelto fossero esemplari non solo per noi ma anche per il pubblico». Conclude chiosando sul Museo della stampa: «Sarebbe stato perfetto per Prima pagina di Billy Wilder». Ma questa è davvero un’altra storia.

da Libertà

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