Sting in concerto a Roma (tutto esaurito): ha aperto il live con «Every Breath You Take». Sul palco è stato preceduto dal figlio Joe (che però preferisce i Nirvana)
«Back to Bass». Ma più del basso, Sting riprende in mano le canzoni che lo hanno reso un’icona del rock. Impeccabile a 64 anni, con il fisico asciutto e muscoloso, arriva accompagnato dalla band di cinque elementi nella cavea del Parco della Musica per due ore di ripasso della sua carriera (con o senza i Police). L’anima più rock’n’roll del bassista di Newcastle si concretizza nell’energia, nei suoni sporchi e nelle potenti linee di basso che si riversano sui 3500 spettatori dell’Auditorium (biglietti esauriti).
Mercoledì a Roma Sting ha aperto una nuova tranche di concerti europei del «Back to Bass Tour» che ormai va avanti da cinque anni. Anche se a pause alterne. Giovedì sarà all’arena del Visarno di Firenze, venerdì ad Assago (Milano). Prima di lui, sul palco è salito Joe Sumner, suo figlio, per un set acustico: 41 anni, cantautore cresciuto e ispirato da «Nevermind» dei Nirvana, non certo dalle canzoni del celebre papà. In questi concerti — che celebrano una vita artistica da cento milioni di dischi venduti — l’ex Police si diverte a pescare da un repertorio ricchissimo. Il live romano è stato aperto da «Every Breath You Take» poi, una dietro l’altra, «If I Ever Lose My Faith In You», «Mad About You» (introdotta così: «Siamo felici di essere qui a Roma. È passato tanto tempo»), la metallica «Driven To Tears», ancora i Police, per un altro salto indietro nel tempo. Ricorda di aver appena terminato un tour con l’amico Peter Gabriel. «Mi manca — dice Sting —, voglio cantare una sua canzone». E attacca «Shock The Monkey». C’è anche spazio per «Selling England by the Pound» dei Genesis che introduce «Message in a Bottle», il brano accolto dai cori della folla. Si riascoltano classici come «Roxanne», «Englishman in New York», «Fields of Gold».
Le lezioni di liuto, le musiche barocche di John Dowland, i canti tradizionali invernali, un concept album per un musical che a Broadway non è durato più di tre mesi: Sting aveva più di uno scivolone musicale da far dimenticare. Così ha annunciato il suo «sensazionale» ritorno al rock che sarà coronato in autunno con la pubblicazione dell’album «57th and 9th». La ricerca, il viaggio, la strada: sono questi i fili che annodano tutte le canzoni del disco. E fra i nuovi brani c’è «50.000» composta dopo la morte di Prince. «Una riflessione — ha raccontato Sting — sullo shock che si prova per la perdita di un’icona culturale».
Corriere della Sera