GHOSTBUSTERS, 5 RAGIONI PER RIVEDERE L’ORIGINALE PRIMA DEL REMAKE

GHOSTBUSTERS, 5 RAGIONI PER RIVEDERE L’ORIGINALE PRIMA DEL REMAKE

Prima di scoprire le acchiappafantasmi di Paul Feig, ecco cinque buoni motivi per rivedere il cult di Ivan Reitman

ghostbusters-full-new-img“Ray, quando qualcuno ti chiede se sei un dio, tu gli devi dire sì”. Chi ama il cinema fantastico ricorda sicuramente l’iconica battuta di Winston Zeddemore in Ghostbusters; il cult che, aggiornando classici come Il fantasma di mezzanotte di Elliott Nugent e La donna e lo spettro di George Marshall, ridefinisce il concetto di paranormal comedy e consacra Ivan Reitman il re del cinema di genere. Espulsi dalla facoltà di parapsicologia, tre esperti di fenomeni extrasensoriali diventano acchiappafantasmi a pagamento; un’impresa che, tra zaini protonici e spiriti dispettosi, li porterà a sfidare Gozer, una divinità sumera con manie di onnipotenza.
Ghostbusters è un pastiche horror-fantasy che, con ironia e originalità, rompe gli schemi cinematografici degli anni Ottanta. Un successo che Ivan Reitman tenta di replicare nel 1989 con Ghostbusters 2; un sequel che, giudicato deludente da Bill Murray, mette in standby il terzo capitolo e apre la porta a evoluzioni animate del franchise.

Dopo critiche, pregiudizi e trentadue anni di attesa, arriva il 28 luglio nelle sale italiane il reboot al femminile diretto da Paul Feig. Un upgrade che, tra reminiscenze fantasy, spiriti del passato e qualche vecchia conoscenza, ha l’onere di aggiornare la saga ideata da Dan Aykroyd e Harold Ramis nel 1984. Prima di vedere sulla celebre Ecto-1 le acchiappafantasmi interpretate da Melissa McCarthy e Kristen Wiig, ecco cinque buoni motivi per riscoprire il Ghostbusters di Ivan Reitman.
1. Un successo fantasmagorico
Apprezzato dal pubblico e dalla critica, Ghostbusters dà vita a un sequel, due serie animate e un merchandise da un miliardo di dollari; un franchise che, attraverso la folle lotta di quattro uomini con il mondo degli ectoplasmi, incanta la generazione degli anni Ottanta e incuriosisce i cinefili di oggi. Il film di Ivan Reitman segna il passaggio dal cinema artigianale alla settima arte iper-moderna ed elabora in chiave aykrodiana l’adattamento, in seguito abbandonato, della Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams, di cui ricicla l’influenza fantasy.
Ridimensionata la storia originale per problemi di budget, il team Aykroyd/Ramis trasforma la prima versione, intitolata Ghost Smashers, nel più efficace Ghostbusters; un cult che, incassando trecento milioni di dollari in tutto il mondo, tramuta il coraggioso esperimento nato dalla mente del Blues Brothers Elwood Blues in un successo fantasmagorico senza tempo. “La miscela horror-comedy e i personaggi carismatici rendono Ghostbusters efficace per gli adulti e divertente per i più giovani“, afferma Ivan Reitman svelando il segreto della sua indimenticabile commedia fantasy.
2. Il cast di star
Se l’ironico Peter Venkman, il goffo Ray Stantz e il saccente Egon Spengler conquistano il pubblico mondiale, il merito va a Bill Murray, Dan Aykroyd e Harold Ramis; star del Saturday Night Live che donano ai personaggi un pizzico di folle auto-ironia.
Nel progetto iniziale figuravano nomi del calibro di John Belushi ed Eddie Murphy ma la morte improvvisa della star di Animal House e l’esoso budget del piedipiatti di Beverly Hills convinsero la produzione a scegliere i meno conosciuti Bill Murray ed Ernie Hudson. Un altro punto di forza della pellicola è Dana Barrett, la femme fatale interpretata da Sigourney Weaver, la regina del cinema fantastico. Rick Moranis e Janine Melnitz incarnano il logorroico vicino di casa di Dana e l’apatica segretaria degli acchiappafantasmi, spalle comiche senza le quali Ghostbusters non sarebbe la stessa cosa.
Nonostante il cast rinnovato, il reboot di Paul Feig regalerà gli irresistibili camei di Bill Murray, Sigourney Weaver, Dan Aykroyd, Ernie Hudson e Annie Potts; l’ultima occasione per rivedere, ancora una volta, il cast originale di Ghostbusters dopo la scomparsa di Harold Ramis nel 2014.
3. I fantasmi, tra John Belushi e Godzilla
Richard Edlund, il veterano degli effetti speciali di Guerre Stellari, I predatori dell’arca perduta e Poltergeist – Demoniache presenze, realizza gli ectoplasmi di Ghostbusters; buffe entità che, strizzando l’occhio al cinema horror, donano una macabra ironia alla pellicola. Ghiotto, verde e dispettoso, Slimer è il fantasma catturato dal team al Sedgewick Hotel; un divertente omaggio di Dan Aykroyd all’amico e collega John Belushi, scomparso poco prima dell’inizio delle riprese. Altrettanto iconico ma più pericoloso è Gozer, il dio sumero che tramuta in realtà un ricordo che Ray Stantz “non riesce proprio a evitare”, l’Uomo della Pubblicità dei Marshmallows. Quaranta metri di crudele dolcezza che, omaggiando monsters-movie come King Kong e Godzilla, cristallizza su pellicola uno dei villain più improbabili della settima arte.
Nel Ghostbusters di Paul Feig torneranno, rielaborati con tecniche all’avanguardia, alcuni dei fantasmi più amati del franchise: “La versione di Slimer in animatronics non era efficace così Paul Feig ha optato per il digitale. Hanno sviluppato degli effetti speciali che non avrei mai potuto neanche immaginare negli anni Ottanta”. Con queste parole Ivan Reitman giustifica la caratterizzazione in CGI degli spiriti del reboot; una evoluzione tecnologica affascinante ma lontana dagli incubi artigianali di Edlund.
4. Il theme musicale di Ray Parker Jr.
I Fall Out Boy e Missy Elliott aggiornano in chiave rock-hip hop il classico degli anni Ottanta di Ray Parker Jr.; un brano che, nato dalle ceneri della I Want A New Drug di Huey Lewis, è un simbolo del franchise pari agli zaini protonici, alle tute da operaio e al logo del fantasma rinchiuso nel simbolo di divieto. Il video ufficiale diretto da Ivan Reitman vede, oltre ai quattro protagonisti in divisa da acchiappafantasmi, i simpatici camei di Chevy Chase, Danny DeVito e John Candy. La versione di Fall Out Boy e Missy Elliot segue le cover dei Run DMC, registrata per Ghostbusters 2, e di gruppi rock come The Rasmus e Nine Inch Nails.
Trascinante e irresistibile, la colonna sonora di Ghostbusters è un classico per tutte le generazioni e un grido di riconoscimento del franchise.
5. È un cult del cinema fantastico
Inserito tra le cento migliori commedie americane e conservato nella Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, Ghostbusters stupisce per la brillante sceneggiatura di Harold Ramis e Dan Aykroyd, per l’efficace regia di Ivan Reitman e per il sapore fantasy degli anni Ottanta. Nel 1984 escono capolavori come Terminator di James Cameron, La storia infinita di Wolfgang Petersen e Nightmare di Wes Craven, ma Ghostbusters si impone attraverso una commistione di generi riutilizzata da Barry Sonnenfeld e Ivan Reitman in interessanti variazioni della storia come Men in Black ed Evolution.
Osservando il mondo soprannaturale con originalità e ironia, Ghostbusters sviluppa un gusto cinematografico nuovo. Un traguardo che Paul Feig tenta di ripetere con l’atteso reboot, promosso dal protagonista e sceneggiatore dell’originale Dan Aykroyd: “La famiglia Aykroyd è entusiasta di questo sequel e delle magnifiche protagoniste di questa commedia”. A prescindere dal successo di pubblico e critica del remake, Ghostbusters è un cult che, non incrociando mai i flussi, segna la rinascita del cinema fantastico.

Carlo Andriani, Wired

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