L’ORSETTO PADDINGTON NELLE MANI DI BOLLORÉ

L’ORSETTO PADDINGTON NELLE MANI DI BOLLORÉ

  di Parigi Giuseppe Corsentino 

paddigtonL’orsetto Paddington, l’animaletto educato e gentile che arriva dal «profondo Perù» alla stazione londinese di Paddington con il suo cappellaccio stropicciato e una fetta di pane e marmellata, amatissimo dai bambini di tutto il mondo (se no, il suo autore, lo scrittore inglese Michael Bond, non avrebbe venduto 35milioni di libri tradotti in 40 lingue e la Paddington Company Limited, il braccio commerciale, 40 milioni di peluche) ha trovato una nuova famiglia di adozione.

Non più nella vecchia Inghilterra, ma nella Francia dell’alta finanza e dell’industria dei media, cinema, tv, telefonini, Internet, giochi on line.

E’ stato il solito Vincent Bolloré, il patron del gruppo Vivendi, che in Italia ha un piede dentro Telecom e tutto il controllo di Mediaset Premium, a fare il colpo. Per una cifra «che non è stata comunicata», come ripetono i portavoce contattati da ItaliaOggi, ma che potrebbe sfiorare i 500milioni di euro, StudioCanal, la società di produzione (e di gestione dei diritti televisivi) di Canal+ controllata da Vivendi, ha comprato il 100% delle azioni della Paddington Company Limited e della The Copyrights Group Limited, le due società che hanno in portafoglio tutti i diritti (letterari, televisivi, cinematografici, di marketing) sul famoso orsetto che, un paio di anni fa, è arrivato anche sullo schermo con la regia di Paul King, il realizzatore di Harry Potter, ed è stato subito un successo travolgente da 300milioni di dollari.

Proprio il film è stato il trait-d’union tra Bollorè e Paddington. StudioCanal, infatti, l’ha prodotto (insieme con David Heyman, il produttore di Harry Potter) ricavandone un profitto che si può calcolare in un multiplo pari a dieci volte il budget investito (circa 40 milioni di dollari). Argomento al quale il patron di Vivendi non è insensibile, soprattutto in questo periodo in cui il suo gruppo deve far fronte alla crisi di Canal+ in perdita di quattrini (400 milioni di euro) e di abbonati (almeno 500 mila) e in difficoltà con l’Antitrust che gli ha appena bloccato l’acquisizione del canale beIN Sport che avrebbe portato in dote gli appetibilissimi diritti televisivi del canale sportivo di Al Jazeera (si veda ItaliaOggi dell’11 giugno).

Ma al di là dello stato di salute di Canal+ e dei suoi conti, c’è un solido argomento industriale che sta alla base dell’acquisizione dei diritti sull’orsetto e che il nuovo presidente di StudioCanal, Didier Lupfer, tiene a mettere in evidenza: «Se il progetto di Vivendi è quello di creare una grande officina di contenuti in grado di generare fatturato sulle più diverse piattaforme, l’operazione Paddington è assolutamente perfetta».

L’orsetto, chiarisce Lupfer, è infatti uno straordinario «contenuto» può essere sfruttato al cinema (è già in lavorazione un secondo film), in televisione (con le classiche serie di cartoni animati), nei negozi (non dimentichiamo i 40milioni di peluche venduti e tutto il merchandising che si può ancora generare), nei grandi parchi a tema sul modello DisneyWorld (che qui in Francia attirano milioni di visitatori), perfino sugli smartphone (grazie ai giochi a premio gestiti da Gameloft, la società di giochi on line appena acquisita anch’essa, seppure con qualche difficoltà, da Vivendi).

Per dirla con le parole di Lupfer, il timido orsetto arrivato nella «civilissima Inghilterra» animato da tante buone intenzioni, può diventare «une potentielle machine à cash», una macchina fabbrica-quattrini. Utilissimi per rinsanguare le casse del gruppo Bolloré.

ItaliaOggi

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