L’ultima volta che ho scritto a proposito della Festa che ho l’onore di dirigere da un anno, ho parlato di una balena che aveva ripreso il largo dopo essersi arenata sulla spiaggia. Un lavoro faticoso, e, devo riconoscere, molto più difficile di quanto potessi aspettarmi, che tuttavia ha ricevuto elogi esaltanti sulla stampa nazionale ed internazionale: l’Hollywood Reporter ha scritto nel resoconto di fine d’anno che la rinascita del cinema italiano è passata attraverso il successo della Festa, e concetti analoghi sono stati espressi sulle pubblicazioni italiane.
È evidente che questa celebrazione, così lusinghiera, non sarebbe stata possibile senza il lavoro di tutta la squadra della Festa, alla quale voglio estendere il mio ringraziamento. Ma insieme a loro voglio guardare avanti, iniziando a costruire un’edizione che deve essere ancora migliore. Il successo ci ha consentito di avere un giorno in più di programmazione (le date saranno 13-23 ottobre 2016) ed anche un numero maggiore di film da programmare. La struttura sarà analoga a quella sperimentata lo scorso anno, con i film della selezione ufficiale, le retrospettive e gli Incontri Ravvicinati, ai quali si aggiungono gli omaggi e due nuove fasce: la prima, dedicata a film di alta spettacolarità, e la seconda -di circa 5 titoli- a pellicole passate in altre rassegne che ancora non hanno avuto distribuzione in Italia. Continuo a credere che il pubblico romano non si senta affatto umiliato dal vedere, insieme alle prime mondiali ed europee, qualche film passato a Berlino o a Cannes.
Quest’anno avrò l’onore di consegnare un premio alla carriera a Tom Hanks, che interverrà alla Festa del Cinema nella serata inaugurale del 13 Ottobre. A lui sarà dedicato un incontro ravvicinato, al termine del quale partirà una retrospettiva di 15 film, due dei quali firmati come regista.
Non sarà l’unica star che ho il piacere di annunciare sin da ora: alla Festa parteciperà anche Meryl Streep, che sarà anche lei protagonista di un incontro nel quale parlerà della sua passione per le attrici italiane, ed in particolare di Silvana Mangano. Un terzo Incontro Ravvicinato avrà per protagonista David Mamet, nel duplice ruolo di regista e sceneggiatore. E, continuando a percorrere la strada intrapresa lo scorso anno, interverranno anche due star di altri settori: Don DeLillo, che parlerà di cinema e letteratura, ed in particolare di Michelangelo Antonioni, e Daniel Libeskind, che discuterà del rapporto tra la settima arte e l’architettura. Sono felice di rivelare che tra le sue grandi passioni cinematografiche c’è Paolo Sorrentino. Mi impegno sin da ora ad affermare che alla Festa parteciperà almeno un numero equivalente di personalità di primissimo ordine, che annuncerò durante l’estate e nella conferenza finale di fine settembre.
In questi ultimi anni si è assistito ad un proliferare di Festival e rassegne, di diversa importanza e qualità. Questa nuova situazione accentua la lotta per assicurarsi le prime più importanti e impone una riflessione sul senso ultimo di tali manifestazioni. Personalmente ritengo che ciò che viene presentato sia più importante sia dell’eventuale esclusiva che della presenza di talent che accompagnano i film: il cinema, nella sua intima essenza, è condivisione di una emozione vissuta nel buio di una sala con altri spettatori. Sin dall’anno scorso ho sottolineato quanto sia importante per me il significato del concetto di Festa su quello di Festival (niente giurie, premiazioni, madrine…) ed ho cercato di raggiungere un equilibrio tra l’imprescindibile ricerca della qualità e la presenza di importanti personalità. Non si deve cadere nell’errore di scelte punitive e troppo austere, ma voglio ribadire che un Festival, o nel nostro caso una Festa, non ha nulla a che fare con un defilè di moda: lo dico con il massimo rispetto per chi opera di questo importante settore, ma fin quando sarò direttore partirò dalla qualità dei film e degli incontri, e non dalla potenzialità di glamour. Ripeto: elemento certamente da non sottovalutare, che, tuttavia, non può diventare primario.
Dopo aver riaffermato un segno di discontinuità con il passato, i punti cardini della selezione saranno la qualità e la varietà: nessuno dei film sarà scelto solo per la potenzialità del red carpet, la nobiltà del tema, il possibile sensazionalismo o le quote di qualunque genere. Lo stesso vale per il cinema italiano: il rigore operato lo stesso anno è stato premiato da un apprezzamento generale, e siamo orgogliosi di ricordare di aver fatto debuttare, in prima mondiale, il caso di quest’anno: Lo chiamavano Jeeg Robot.
Oltre alla retrospettiva dedicata a Tom Hanks, ce ne saranno altre due: la prima dedicata a Valerio Zurlini e la seconda avrà per tema la politica americana. La Festa si svolgerà a ridosso di elezioni presidenziali che rappresenteranno una svolta rivoluzionaria, qualunque ne sarà l’esito. Per questo, insieme, a Mario Sesti, che curerà le retrospettive, organizzerò una serie di incontri che avranno per tema la politica e il cinema. Un omaggio speciale sarà dedicato a Luigi Comencini, del quale ricorre il centesimo anniversario della nascita. Sarà sviluppato in tre momenti: una mostra di 50 splendide fotografie scattate dal regista, un suo ricordo per bocca delle figlie, ed il restauro delle Avventure di Pinocchio, a mio avviso il suo capolavoro. Sono felice di annunciare anche il restauro di Queimada, come omaggio a Gillo Pontecorvo nel decimo anniversario della sua morte, e L’Armata Brancaleone, di cui ricorre il cinquantenario.
Il cinema è cambiato come la percezione che ne hanno coloro che ne fruiscono: durante la Festa ci sarà un convegno internazionale sul ruolo della critica. Come è cambiata in questi anni? Ha ancora un reale impatto sugli spettatori?
La Festa si svilupperà anche nel cuore della città, con iniziative che rivelerò nelle prossime settimane, ma già ora posso annunciare una serie di istallazioni artistiche all’interno dell’Auditorium: mi ha sempre affascinato il rapporto tra cinema e arte contemporanea e credo che si tratti di un dialogo sempre più imprescindibile.
Come già lo scorso anno ho chiesto ad ognuno dei selezionatori di scegliere un film che amano: quest’anno abbiamo deciso di focalizzarci sul cinema western, genere che sarà il tema anche delle sigle che precederanno i film.
Sono felice infine di annunziare anche quest’anno la tensostruttura, per la quale ringrazio la Mazda, come esprimo la mia profonda gratitudine alla BNL per il loro supporto, generoso e fondamentale. Ci aspettano ancora quattro mesi di lavoro, nei quali lo sforzo primario sarà dedicato alla selezione dei film: ricordo l’emozione che coinvolse gli spettatori alla prima di Room. Una signora, alla fine della proiezione, mi disse che la protagonista l’aveva fatta piangere e meritava l’oscar. Ci ripensai qualche mese dopo quando vidi Bree Larson ritirare la statuetta, e oggi, insieme a tutta la squadra, lavoro per regalare al pubblico le stesse emozioni. La Festa sta iniziando.