La Carrà, mercoledì sera, ha celebrato in diretta la scomparsa di Bob Dylan. Ma a morire, l’11 maggio 1981, fu un altro Bob, Marley. Tante risate e una perplessità: sarà colpa di fantomatici autori? Rei di aver messo nei discorsi di Emis Killa un «minc*ia» di troppo
Ormai, non c’è vergogna né imbarazzo. Solo, la consapevolezza che ogni strafalcione è sufficiente ad assicurare grande risonanza a The Voice of Italy 4. Quando Raffaella Carrà (cui il ritorno negli studi di via Mecenate pare aver inficiato la memoria) sbaglia, su Twitter è una festa. Grande, più grande è l’errore. Mercoledì sera, questo è stato imperdonabile.
Ai secondi Live del talent show, Joe Croci, anacronistico sedicenne del team Dolcenera, s’è presentato con la chitarra e un brano di Bob Dylan. Ha cantato Like a Rolling Stone con una voce cristallina che, pur, non è riuscita a imporsi sulle urla dignitosamente folli di Alice Paba. Joe, salvato al ballottaggio dalla sua coach, ha perso la sfida. Raffella Carrà molto di più.
Prima che il verdetto fosse pronunciato, la bionda cantante ha preso la parola. «Vorrei celebrare Bob Dylan», ha cominciato, «In questo giorno tanto importante. Un giorno che arriva a 35 anni dalla sua morte. Disse che la musica è l’unica cosa che quando ti colpisce non fa mai male. Ecco, questa stessa frase io la voglio dedicare a Joe», ha concluso la Carrà, cavando dalla bocca del ragazzino solo un flebile: «Ma Bob Dylan è vivo».
Protagonista del ricordo di Raffella è un altro Bob, Marley. Scomparso l’11 maggio 1981 a causa di un cancro. Il gelo, in studio, è durato poco. Poi, coach e ragazzi sono prorotti in una bella risata e Dolcenera ha tirato fuori un pacco marshmallow. Emis Killa ha sdoganato il «minc*ia», «cu*o» e «ca**o» in diretta, dando adito a scenari social apocalittici, in cui si muovono alternativamente Amadeus e Michele Anzaldi, e l’attenzione si è spostata altrove.
Le perplessità hanno continuato a esistere solo in Rete, dove alcuni, affezionati utenti hanno biasimato autori, colpevoli – a loro dire – di aver trascinato la Carrà in una spirale di gaffe. Se ciò sia vero e Raffella sia vittima dell’ignoranza altrui, non è però certo. La speranza è che almeno le semifinali, anticipate a lunedì 16 maggio, siano prive di figuracce.
Claudia Casiraghi, Vanity Fair