In un romanzo le sue amarezze, città non pronta per elezioni
“E se nasce una bambina, poi, la chiameremo Roma”, cantava Corrado Guzzanti nella parodia “Il grande raccordo anulare”, dedicata a Antonello Venditti, il cantautore simbolo della capitale. Non stupisce che, a coronare questo amore, arrivi un romanzo autobiografico intitolato “Nella notte di Roma”, pubblicato da Rizzoli. Il punto di vista del cantautore è però quello di un romano deluso “per quel modo di fare di dare una ‘romanella’, di mettere una toppa”, ha spiegato, citando le opere incomplete di Roma come la Vela di Calatrava e la vicenda del palazzo crollato nel quartiere Flaminio. “Votare per chi, – si legge nel romanzo – votare perché?, non voglio essere usato per legittimare qualcosa che trovo illegittimo. A mio parere, Roma non è ancora pronta per le elezioni. Non ci sono le condizioni”.